Roma (NEV/CS18), 25 marzo 2019 – “Rami Shehata e Adam El Hamami sono già italiani. E così altre migliaia di ragazzi e ragazze, figli di migranti, che frequentano le scuole, le palestre, i parchi e le strade del nostro paese. Lo ius soli è una questione fondamentale e urgente, una battaglia di civiltà e giustizia per assicurare la cittadinanza a tanti giovani che fanno parte lealmente della nostra comunità nazionale”. Queste le parole del pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) a fronte del dibattito sulla cittadinanza che si è improvvisamente riacceso dopo l’episodio che ha visto due ragazzini, figli di migranti, salvare i compagni di classe nel pullman dirottato e dato alle fiamme dall’autista.
“Come cristiani e cittadini siamo fermamente convinti che sia urgente più che mai dare risposta a questi giovani, fratelli e sorelle, con cui camminiamo insieme nelle nostre chiese e nelle strade nelle nostre città e con cui abbiamo sperimentato la bellezza e la ricchezza di una reciprocità e di uno scambio interculturale e interetnico” ha proseguito Negro.
“Il nostro impegno, che ci ha visto in prima fila già da anni anche con la Campagna ‘L’Italia sono anch’io’, nasce da un lavoro trentennale per e a fianco degli stranieri. È venuto il momento di costruire un ‘patto di cittadinanza’ con quanti vivono e lavorano in mezzo a noi”, ha concluso.