Decreto sicurezza bis, salvare vite in mare è un dovere

Roma (NEV), 3 luglio 2019 – Si sarebbe dovuta tenere questa mattina, 3 luglio, un’audizione di varie Ong alla Camera sul decreto sicurezza bis. Di fronte all’esclusione di Sea Watch, le altre organizzazioni invitate hanno deciso di non partecipare e convocato un’audizione pubblica-conferenza stampa per spiegare l’impatto delle nuove norme sulla vita di migranti e rifugiati.

Il tutto a poche ore dalla mancata convalida del fermo e dunque del rilascio da parte del giudice per le indagini preliminari di Agrigento per Carola Rackete e dopo un bombardamento che nella notte ha ucciso oltre 40 persone rinchiuse in un centro di detenzione in Libia.

Il decreto sicurezza bis è, per i promotori dell’iniziativa, in vari punti anticostituzionale e privo del carattere di urgenza e straordinarietà. Il provvedimento, che dev’essere convertito in legge dal Parlamento entro due mesi dalla sua pubblicazione, prevede, tra l’altro, un’ulteriore criminalizzazione del soccorso in mare.

Quanto alla Sea Watch, “la comandante Carola Rackete – ha spiegato Giorgia Linardi, portavoce della Ong in Italia – è libera e sta bene. Dal giorno dello sbarco non ha fatto altro che chiedere come stessero le persone che erano a bordo, se fossero ora finalmente al sicuro. Ha compiuto il suo dovere: portarle in salvo”.

All’incontro hanno partecipato, oltre alla rappresentante di Sea Watch, per il Tavolo Asilo, del quale fa parte anche la Federazione delle Chiese evangeliche in ItaliaFilippo MiragliaRiccardo Noury, Claudio Paterniti Martello di Antigone, Arturo Salerni per la Ong Open Arms, Marco Bertotto di Medici Senza Frontiere, Alessandro Metz per Mediterranea.

Qui il video integrale della conferenza svoltasi oggi presso l’Associazione Stampa estera.