Elezioni Argentina e Uruguay. Un’ondata di candidati religiosi e conservatori 

I due paesi parteciperanno alle elezioni questa domenica con un'offerta senza precedenti di candidati che si oppongono ai diritti sessuali e riproduttivi

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Roma (NEV), 25 ottobre 2019 – I cittadini e le cittadine di Argentina e Uruguay sono chiamati domenica 27 ottobre al primo turno delle elezioni. Un reportage sul quotidiano la diaria di Montevideo presenta un’analisi delle posizioni dei canditati in relazione ai diritti civili, in particolare rispetto ai diritti riproduttivi e all’”ideologia di genere”, e cerca di spiegare il perché di una crescita esponenziale di figure religiose direttamente impegnate in politica e di saldature tra politici e movimenti religiosi, spesso integralisti.

Nell’articolo viene citata un’indagine di Open Democracy and Feminist Economy (piattaforma argentina per il giornalismo sui dati di genere) che rivela la presenza di almeno 160 candidati conservatori per un totale di 646 in Argentina e almeno 87 in Uruguay. Secondo i risultati delle elezioni primarie, dei sondaggi e dei posti nelle liste, questi candidati potrebbero ottenere 51 seggi al Congresso argentino e circa 21 al Parlamento uruguaiano.

L’indagine svolta dagli estensori del reportage, Agostina Mileo, Diana Cariboni, María Emilia Cerra, Nicolás Iglesias, ha identificato in Uruguay 43 candidati nel partito Cabildo Abierto, e 44 figure religiose e conservatrici, la maggior parte delle quali in liste del Partito Nazionale, il principale sfidante del Frente Amplio. I risultati delle primarie, dei sondaggi e la collocazione di questi nelle liste elettorali suggeriscono che questo gruppo di candidati potrebbe ottenere il 16% dei seggi (21 su 130). La camera bassa avrebbe quattro membri evangelici e quattro cattolici conservatori del Partito Nazionale, e  un cattolico del Partito Indipendente. Questo scenario segnerebbe un’inversione di tendenza per l’Uruguay in relazione a provvedimenti come l’aborto legale, la parità matrimoniale, il diritto all’identità di genere e una protezione completa per le persone trans, che sono stati varati negli ultimi anni.

In Argentina, nella coalizione di governo Juntos por el Cambio, sei dei 14 candidati per il Senato e 42 dei 130 per la Camera dei deputati si oppongono ai diritti sessuali e riproduttivi. Quattro candidati del Frente de todos al Senato sono contrari a tali diritti, allo stesso modo di 16 dei 130 che aspirano a seggi dei deputati. Le elezioni primarie e i sondaggi indicano che i candidati conservatori occuperebbero 51 dei 154 seggi in gioco.Proprio come l’Uruguay, l’Argentina ha un nuovo partito ultraconservatore, il Frente Nos, che ha 34 candidati che si oppongono ai diritti sessuali e riproduttivi. Nelle elezioni primarie ha ottenuto il 2,6% dei voti. Numerosi pastori evangelici hanno espresso il loro sostegno pubblico al Frente Nos, tra cui Hugo Márquez, parte della lobby ultra-conservatrice nell’Organizzazione degli Stati americani (OEA) e membro del Congresso iberoamericano per la vita e la famiglia.

La lobby è formata da un gruppo di oltre 600 parlamentari del continente latinoamericano che nel 2017 hanno firmato una dichiarazione contro i presunti tentativi del sistema OEAdi “promuovere e imporre … ideologie … che minacciano la vita, la famiglia e la religione”. Questo documento è stato promosso dal gruppo americano di avvocati cristiani Alliance Defending Freedom.

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Fonte: la diaria (www.ladiaria.com.uy)