Chi salva una vita salva il mondo intero: grazie dalla campagna “La giusta rotta”

Si è conclusa per il 2019 la campagna lanciata da Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati delal FCEI, con le ONG Sea Watch e Open Arms: un lungo viaggio in tante città italiane ed europee per affermare il diritto al soccorso in mare e la necessità di vie legali come i corridoi umanitari

Roma (NEV), 27 dicembre 2019 – Da Lampedusa a Venaus, in Val di Susa, da Barcellona a Genova…La campagna “La giusta rotta”, lanciata da Mediterranean Hope (MH), programma migranti e rifugiati della FCEI con le ONG Open Arms e Sea watch, ha coinvolto nel 2019 tante realtà, in Italia e in Europa: 7 città, una valle, due festival, uno spettacolo teatrale, 4 concerti e dibattiti pubblici in ogni “tappa” toccata.

In questa infografica, una sintesi del percorso fatto negli ultimi mesi:

La campagna “La giusta rotta”, ideata da Mediterranean Hope, Sea Watch e Open Arms, è nata da queste tre organizzazioni con l’intento di diffondere, promuovere e informare circa tre punti: il diritto al soccorso in mare: salvare vite non può essere reato; l’implementazione dei corridoi umanitari europei, sull’esempio di quelli già avviati dal Libano, anche dalla Libia, con 50mila visti umanitari; la necessità e l’urgenza di un sistema che garantisca un’accoglienza degna per i migranti che arrivano in Italia e in Europa.

“Negli scorsi mesi siamo andati in giro per l’Italia – spiega Marta Bernardini, operatrice MH -, sostenuti da tante realtà locali, per raccontare la verità su quello che accade nel Mediterraneo, per ribadire quello in cui crediamo e per avanzare proposte concrete e percorribili. E non ci fermeremo nel sostenerle. Continuate a seguire con noi La giusta rotta. Intanto vogliamo ringraziare di cuore tutte le persone che hanno partecipato alle varie tappe della campagna e chi ha contribuito a rendere possibile ogni singolo evento”.

Qui la video intervista di Fanpage realizzata a margine della tappa all’ex Opg di Napoli a Francesco Piobbichi di MH, Giorgia Linardi di Sea Watch e Riccardo Gatti di Open Arms: