Roma (NEV), 26 dicembre 2019 – Attacchi simultanei di ribelli estremisti sono stati condotti in una base militare e nella città di Arbinda, nella provincia di Soum nel nord del Paese, provocando nella vigilia di Natale la morte di 31 donne, 4 uomini e almeno 11 militari. Il presidente del Burkina Faso Roch Marc Christian Kabore ha proclamato 48 ore di lutto nazionale, cancellando tutte le celebrazioni.
Il Segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), pastore Olav Fykse Tveit, ha espresso il suo cordoglio per la morte e le sofferenze causate da questi attacchi, il più mortale in cinque anni di intensificazione della violenza in Burkina Faso e nella regione del Sahel.
“Nel pieno della nostra celebrazione della nascita del Principe della Pace, attacchi così spaventosi ci ricordano che conflitti e violenze rimangono la realtà quotidiana per molte comunità – ha affermato Tveit -. Preghiamo per le vittime di questi attacchi, per le loro famiglie e per tutto il popolo del Burkina Faso e della regione del Sahel, affinché possano essere preservati da tale brutalità e liberati dalla paura”.
Dal 2015, quando la violenza ha iniziato a diffondersi nel Sahel, il Burkina Faso ha subito attacchi sempre più frequenti e letali da parte di gruppi estremisti, con centinaia di persone uccise e circa 560.000 sfollati. Paese a maggioranza musulmana, il Burkina Faso ha anche una significativa presenza cristiana, circa il 20% della popolazione.
All’inizio di novembre il CEC, in collaborazione con ACT Alliance, ha scritto una lettera al presidente Kabore, sulla base di comunicazioni ricevute dal pastore Tegwende Leonard Kinda, dell’Association des Eglises évangéliques réformées del Burkina Faso, che presentava un quadro allarmante della situazione umanitaria e di sicurezza nel regione della città di Kongoussi a seguito di una serie di attacchi nella zona. La lettera faceva appello al governo del Burkina Faso affinché facesse tutto il possibile per proteggere le persone da un’ondata crescente di attacchi estremisti, per preservare tutte le persone del Burkinabé dalla violenza e dalle divisioni settarie e per arrestare il peggioramento dell’emergenza umanitaria derivante da questi attacchi.
“Estendiamo il nostro appello a tutta la comunità internazionale per sostenere i governi del Burkina Faso e gli stati vicini nell’affrontare questa crisi che ha un impatto su così tante vite nella regione”, ha concluso Tveit.