Roma (NEV/Riforma.it), 4 febbraio 2020 – Anche nel bel mezzo di una terribile guerra civile, la chiesa cristiana in Siria e nel Medio oriente è forte e impegnata a prendersi cura delle persone che sono state colpite dal conflitto, ha detto Najla Kassab, presidente della Comunione mondiale delle chiese riformate (CMCR), durante una conferenza alla Calvin University a Grand Rapids, nel Michigan, Stati Uniti, dove la CMCR nel 2010 ha preso la forma attuale. Pastora del Sinodo evangelico nazionale di Siria e Libano, Najla Kassab è la prima pastora eletta presidente della Comunione mondiale delle chiese riformate.
“È qui che è iniziato il nostro viaggio. La Comunione mondiale delle chiese riformate è il luogo in cui 100 milioni di membri provenienti da oltre 200 chiese di tutto il mondo si riuniscono per parlare di giustizia. Negli ultimi anni ci sono stati tanti dolori e perdite, specialmente in Siria. La sfida della chiesa è quella di essere presente nel mezzo di quel dolore”.
Le chiese riformate in Medio Oriente hanno apportato miglioramenti nell’istruzione, nei servizi sociali e nel rafforzare il ruolo delle donne. I missionari presbiteriani avviarono l’Università americana di Beirut, una delle prime università in Libano, a metà del 1800. Più tardi un ospedale e un orfanotrofio furono collegati alla scuola. “Questa università ha contribuito a modellare la nostra eredità e mostra l’impatto che una chiesa di minoranza come la nostra può avere su una nazione”, ha rimarcato.
A metà degli anni ottanta dell’Ottocento, i missionari aprirono l’American Protestant School for Girls, la scuola femminile, che contribuì a rompere gli stereotipi e le restrizioni nella vita delle donne. “L’istruzione ha contribuito a potenziare lo status delle donne. Ha portato alla liberazione delle donne mediorientali e ha permesso loro di usare i loro talenti e di contribuire in modo positivo alla società. Questo ci ha aiutato a sperimentare la giustizia e l’amore di Dio. La mia presenza qui è il risultato di ciò”.
“La mia chiesa ha contribuito ad aprire la strada – ha proseguito – ed è servita come esempio e ispirazione per altre chiese protestanti. Inoltre, le chiese protestanti hanno avuto un ruolo importante nel movimento ecumenico”.
A causa del conflitto lungo il confine libanese, circa 1,5 milioni di rifugiati dalla guerra in Siria vivono in piccoli campi e comunità improvvisati. Le chiese riformate hanno aperto delle scuole per garantire l’istruzione. “Le scuole sono luoghi in cui possiamo accogliere studenti cristiani e musulmani e costruire ponti. I genitori mandano i loro figli in queste scuole, che spesso offrono ai bambini una pausa dalla vita del campo profughi. A scuola vengono nutriti, aiutati a lavarsi e talvolta possono rimanere per un certo periodo di tempo, lontani dai problemi nei campi. Ci sono così tante esigenze nel Libano di oggi, di fronte a così tanta sofferenza. Aiutiamo le persone a sopravvivere”, ha affermato Kassab, il cui ministero è stato dedicato nel corso degli anni in particolare a donne e bambini.
“Non puoi chiudere le porte ai rifugiati e dire che sei una chiesa” ha concluso la pastora, affermando che la chiesa deve favorire la guarigione e la riconciliazione costruendo ponti tra le persone. Anche in futuro, quando la guerra finirà e molti rifugiati torneranno a casa in Siria. “Nella regione in cui sono nati l’ebraismo, il cristianesimo e l’Islam, la chiesa deve fare affidamento sul suo messaggio radicale di amore. Anche se le guerre infuriano, la speranza può durare se mettiamo Dio per primo”.