Lampedusa (NEV), 23 settembre 2020 – Dal 18 al 20 settembre scorsi Lampedusa, “porta dell’Europa”, ha ospitato le opere di arte pubblica e partecipata, sul tema dell’accoglienza, dell’artista albanese Jonida Xherri, già protagonista di un percorso artistico realizzato alla Casa delle Culture di Scicli.
“Un arazzo di 10 metri – spiega l’artista – è stato accolto dal Museo del Dialogo e della fiducia del Mediterraneo, che affaccia sul mare. L’arazzo è stato appeso sulla facciata esterna del Museo, riporta la frase di Emanuel Carnevali, poeta e migrante Italiano, di ritorno in Italia nel ‘900: “O Italia, o grande stivale, non cacciarmi di nuovo a pedate”.
Il progetto “vuole dare voce alla storia personale di ogni singola persona in Italia e in Europa e vuole sensibilizzare sui temi dell’immigrazione, della crisi e della conflittualità. E una riflessione che stimoli il dialogo e l’approfondimento su queste tematiche. La frase è realizzata da fili intrecciati e lo sfondo è composto con strisce di stoffa che riproducono il mare. Ogni treccia simbolizza la storia delle persone che la realizzano e il luogo in cui viene realizzata, trasformando cosi una storia e un luogo personale in una storia e un luogo di tutti”. La seconda installazione dell’intervento artistico è un tappeto di 250 metri dipinto e ricamato di perline, che sull’isola è stato srotolato sulla scalinata e piazza della chiesa.
“Il tappeto è simbolo di accoglienza e con il ricamo delle perline e delle paillettes gli si vuole ridare il valore originario. In ogni presentazione si aggiungono dei pezzi al tappeto, così l’opera cresce nel tempo”. Ora le opere continueranno a viaggiare. “Vorrei che fossero sempre esposte nelle piazze, in mezzo alla gente, in modo che possano essere un momento e un’occasione di confronto, di dialogo e di incontro”.
Le installazioni dell’artista Xherri sono state accolte dal Comune di Lampedusa e al progetto hanno collaborato Mediterranean Hope e l’associazione Europa Controvento: Road to Lampedusa.