Brasile. Le chiese condannano l’uccisione di Beto Freitas

Il razzismo sistemico, le violenze e le discriminazioni sono ormai all’ordine del giorno in un Paese la cui componente afro-discendente costituisce il 56,10% della società. Forte richiamo alla giustizia da parte delle istituzioni religiose; il pastore Bencke: "Negli ultimi giorni, oltre a questo omicidio, le donne nere recentemente elette per i consigli comunali hanno subito minacce di morte”

Foto Marcelo Schneider / CEC

Roma (NEV), 25 novembre 2020 – La brutale uccisione di João Alberto Silveira Freitas, 40 anni, per mano di due guardie di sicurezza bianche fuori da un supermercato a Porto Alegre, in Brasile, ha scatenato indignazione in tutto il paese. Le chiese membro del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) hanno condannato il fatto ed espresso profonda preoccupazione per l’ingiustizia razziale sistemica in Brasile. L’episodio è accaduto il 19 novembre, alla vigilia della Giornata nazionale della coscienza nera. Freitas, come si vede nelle riprese delle telecamere, è stato ripetutamente preso a pugni in faccia dalle guardie del negozio. Luíz Vergílio Batista da Rosa, presidente del Collegio episcopale della Chiesa metodista del Brasile, ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime dolore e solidarietà alla famiglia Freitas. “Speriamo che venga fatta giustizia – ha detto -. Continuiamo a sperare in una società più giusta, fraterna, accogliente, senza razzismo e violenza etnica. Come cristiani diciamo: non basta non essere razzisti. Dobbiamo essere antirazzisti!”.

Parole di condanna della violenza razziale e di richiesta di giustizia sono giunte anche dal vescovo Naudal Alves Gomes, primate della Chiesa episcopale anglicana del Brasile. Inoltre, dalla Chiesa evangelica della Confessione luterana in Brasile e dal Consiglio di Coordinamento della Chiesa Presbiteriana Unita del Brasile. La Chiesa Presbiteriana Indipendente del Brasile ha promosso un evento online in occasione della Giornata nazionale della coscienza nera. Obiettivo, discutere la questione del razzismo come peccato. “Il razzismo è un crimine! Il razzismo è un peccato! – si legge nella presentazione -. La Chiesa ha bisogno di parlare di questa triste realtà per combatterla, secondo i principi del Vangelo di Gesù Cristo”.

Secondo un recente sondaggio dell’Istituto brasiliano di statistica, gli afro-discendenti costituiscono il 56,10% della società brasiliana. Tuttavia, la discriminazione razziale e la violenza rimangono prevalenti nel paese.

Secondo il pastore Romi Bencke, segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese cristiane, l’omicidio di Beto Freitas è l’ennesimo fatto che smaschera il volto razzista del Brasile. “Negli ultimi giorni, oltre a questo omicidio, le donne nere recentemente elette per i consigli comunali hanno subito minacce di morte – ha detto -. Ci auguriamo che la responsabilità di questo crimine non sia attribuita solo alle guardie di sicurezza, ma anche alla catena di supermercati. Anche le società private devono essere ritenute responsabili delle pratiche razziste”.

Galleria fotografica delle proteste del 20 novembre a Porto Alegre (foto Marcelo Schneider)