1° giorno contro la violenza sulle donne. Lo sguardo femminile sulla medicina

L’agenzia NEV ripropone in 16 puntate, dal 25 novembre (Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza contro le donne) fino al 10 dicembre (Giornata mondiale dei diritti umani), il fascicolo “16 giorni contro la violenza” della Federazione delle donne evangeliche in Italia. In questa prima puntata si parla di medicina di genere

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Roma (NEV), 25 novembre 2020 – In occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) ha redatto il consueto fascicolo “16 giorni contro la violenza sulle donne”. Titolo di questa edizione è “La salute è donna?”. L’iniziativa è inserita in una più ampia campagna internazionale che arriva fino al 10 dicembre, Giornata mondiale dei diritti umani.

Nel breve saggio sui diritti umani delle donne di Charlotte Bunch e Samantha Frost, scritto ormai oltre venti anni fa, viene citata la Dichiarazione di Vienna, che attesta inequivocabilmente quanto segue. “I diritti umani delle donne e delle bambine sono un’inalienabile, integrale e indivisibile parte dei diritti umani universali” (Dichiarazione di Vienna. I, 18, 1993). A partire da questo concetto, il fascicolo si colloca perfettamente come ponte ideale fra queste due Giornate. Da oggi fino al 10 dicembre, l’agenzia NEV intende quindi riproporre in 16 puntate, una al giorno, come spunti di riflessione, i contenuti del fascicolo, che è comunque disponibile integralmente a fondo pagina in italiano e in inglese.

16 giorni contro la violenza sulle donne

1° giorno – 25 novembre 2020

LO SGUARDO FEMMINILE SULLA MEDICINA

 

Garantire ad ogni individuo la cura più appropriata, che consideri le peculiarità derivanti dalla differente anatomia e fisiologia di donne e uomini, sia dei fattori relativi all’ambiente, alla società, all’educazione, alla cultura e alla psicologia dell’individuo, è alla base della medicina di genere. Le donne vivono di più rispetto agli uomini ma spesso non in salute. Stereotipi, pregiudizi di genere nella sperimentazione dei farmaci, nella medicina, la sottovalutazione dei bisogni di salute della donna sono ostacoli ancora ingombranti ad una risposta sanitaria efficiente. I farmaci che assumiamo sono testati prevalentemente sul genere maschile esponendoci più spesso ad effetti avversi e a ritardi spesso pericolosi nelle cure. Tante non sanno che la prima causa di morte per le donne, prima ancora del tumore al seno, sono le malattie cardiovascolari, e che tumori considerati peculiari dell’uomo, come il tumore al polmone, sono molto diffusi. La violenza di genere provoca numerosi problemi di salute fisica e mentale nella donna, sia immediati che a lungo termine, e il personale sanitario deve essere formato e preparato ad affrontarli. Ecco quindi che la medicina di genere può e deve diventare uno strumento in più per migliorare la nostra vita, contribuendo in maniera determinante al processo di emancipazione sociale, riconoscendo alla donna il suo importante ruolo di promotrice della salute non solo propria ma dell’intera collettività.

DOMANDA per discutere

Un approccio di genere nella medicina, migliorerebbe le cure mediche?

SUGGERIMENTO DI VISIONE

AGORÀ – Regia di Alejandro Amenábar, Spagna, 2009, 128’

Film romanzato su Ipàzia, matematica, astronoma e filosofa dell’antica greca, uccisa per la sua difesa della scienza che l’ha resa una «martire della libertà di pensiero».

VERSETTO BIBLICO

“Una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni senza poter essere guarita da nessuno, si avvicinò da dietro e gli toccò il lembo della veste; e in quell’istante il suo flusso ristagnò” (Luca 8, 43-44)

COMMENTO

Donne invisibili dietro la folla, dietro la cultura, dietro la scienza. Donne che soffrono e cercano risposte che difficilmente trovano, costrette a percorrere strade inedite per essere finalmente ascoltate. Donne poco conosciute, rispetto al modello dell’umano al maschile, e non notate. Tra le pagine bibliche troviamo sorprese, se solo sappiamo leggere con sguardo libero parole scritte in altri contesti: una donna sofferente e coraggiosa avanza tra la folla e ottiene guarigione, ma trova soprattutto l’attenzione personale che la fa emergere dall’anonimato. La cura non si rivolge mai genericamente a categorie astratte, ci sono donne e uomini, ma ancora di più c’è lei, c’è lui, ci sono io e ci sei tu, e solo allora anche la comunità potrà essere un vero “noi”. Rivolta sempre a un “tu” con un volto e un nome è la Parola, anche quando appare detta a tutti, perché personale, intimo, concreto è l’amore, anche quello che si esprime nella scienza e nella medicina quando sono servizio e cura autentica, nella responsabilità che abbiamo gli uni verso gli altri.


PREGHIERA

Signore nostro, sia a te la lode per la bellezza dell’amore che vede, che sente e che risponde, a Te chiediamo di imparare a viverlo tra noi in ogni atto che diventa cura, conoscenza profonda e parola efficace che guarisce e consola.

 

Amen

 

Qui il fascicolo integrale in italiano: “16 giorni contro la violenza sulle donne. La salute è donna?

Qui il fascicolo in inglese: “16 days Fdei 2020_english