Non è il primo appello lanciato dai responsabili delle strutture per anziani piemontesi. Un settore che rappresenta tra l’altro migliaia di lavoratori.
“Come già evidenziato nella nostra precedente comunicazione del 2 novembre scorso – continuano infatti i rappresentanti nella missiva -, rappresentiamo direttamente 84 strutture; la loro sopravvivenza, oltre a garantire accoglienza ed assistenza nei nostri territori per complessivi 5.735 posti letto, offre occupazione a 4.123 lavoratori. Ribadiamo nuovamente che le enormi difficoltà di gestione dell’emergenza sono andate ad aggravare la situazione già deficitaria delle strutture, evidenziando l’acuirsi progressivo ed ormai insostenibile dei seguenti problemi: la riduzione degli inserimenti di ospiti convenzionati, particolarmente evidente e ingiustificabile nell’anno in corso; l’inadeguatezza delle tariffe, ferme alla DGR 85-6287 del 2 agosto 2013; l’inadeguatezza della DGR 45-4248/2012 nel rispondere ai bisogni sanitari e assistenziali degli anziani che, rispetto alla previsione normativa, sono notevolmente mutati; la difficoltà nel reperimento del personale infermieristico e assistenziale”.
C’è poi una questione legata ai costi di gestione straordinari che le strutture hanno sostenuto e continuano a garantire, legati proprio all’emergenza sanitaria e a tutti i dispositivi da mettere in campo per prevenire e gestire la diffusione del virus. Per questo aspetto specifico si chiede un contributo alla Regione.
“Chiediamo – conclude la lettera – che anche la Regione Piemonte provveda a farsi carico dell’intera spesa per i DPI per tutti i posti autorizzati come residenzialità, indipendentemente dalla fascia assistenziale e dal convenzionamento; che provveda, altresì, allo sblocco dei convenzionamenti – dando eventuale priorità alle persone già inserite in RSA ed in graduatoria U.V.G. (unità di valutazione geriatrica, ndr) – e ad uno stanziamento urgente ed indifferibile a sostegno delle strutture, per il danno che hanno subito e continuano a subire a causa del mancato introito delle rette conseguente alla riduzione degli inserimenti”.
Qui il testo integrale della lettera congiunta al Presidente Cirio.
Il messaggio è stato inviato in rappresentanza di Diocesi di Fossano, Diocesi di Alba, Diocesi di Cuneo, Diocesi di Mondovì, Diocesi di Saluzzo, Diocesi di Pinerolo, Diocesi di Vercelli, Diaconia Valdese Valli, Torre Pellice e 62 case di riposo della Provincia di Cuneo.
La Diaconia Valdese Valli (DVV) gestisce sul territorio pinerolese, in provincia di Torino, quattro tra case di riposo e comunità per disabili, oltre a gestire servizi socio-educativi della Diaconia Valdese. Negli ultimi mesi della pandemia, l’ente si è sempre impegnato per garantire la massima trasparenza alle famiglie degli utenti rispetto alla situazione della prima e della seconda ondata di Covid19.