Organismi cristiani mondiali al G20: serve riforma fiscale globale

In rappresentanza di mezzo miliardo di cristiani in tutto il mondo, i firmatari esortano il G20 a riparare il sistema fiscale globale

Foto Marcelo Schneider / CEC

Roma (NEV), 5 luglio 2021 – Alla vigilia dell’International Tax Symposium del 9 luglio prossimo, diversi organismi religiosi mondiali hanno scritto una lettera ai Ministri delle finanze del G20.

Le organizzazioni firmatarie rappresentano mezzo miliardo di cristiani in tutto il mondo. “Non è mai stato più urgente e necessario riparare il nostro sistema fiscale globale” scrivono i religiosi.

Superare le conseguenze economiche e sanitarie post-covid

Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), la Comunione mondiale di chiese riformate (CMCR), la Federazione luterana mondiale (FLM), il Consiglio metodista mondiale e il Consiglio missionario mondiale hanno sollecitato forti misure di protezione sociale in tutti i paesi. Obiettivo: garantire che i poveri e i vulnerabili siano in grado di resistere alle conseguenze economiche e alle minacce per la salute dovute al covid.

“La pandemia ha rivelato, ancora una volta, l’importanza dell’accesso all’assistenza sanitaria essenziale e alla sicurezza del reddito di base per tutta la vita – si legge nella lettera -. Finora i Paesi ricchi hanno speso il 35,6% del loro PIL per rispondere all’emergenza sanitaria e sostenere l’occupazione e le imprese”.

Al contrario, i paesi a basso reddito sono stati in grado di spendere solo un magro 6% del loro PIL per combattere la pandemia e stanno ancora lottando per proteggere la cittadinanza, osserva la lettera.

Serve una tassa minima globale per le imprese

“Quale fonte maggiormente sostenibile di entrate, i sistemi fiscali hanno un ruolo fondamentale nel sostenere le iniziative del settore sociale e nel finanziare la ripresa dalla crisi – continua la lettera -. Riconosciamo i recenti sforzi della comunità internazionale per la riforma fiscale, non ultima la proposta del G7 per un’imposta minima globale sulle imprese del 15%”.

Povertà globale, ingiustizia razziale, disuguaglianza sanitaria e cambiamento climatico sono radicate nell’eredità dello sfruttamento coloniale e dell’estrazione di risorse e richiedono un cambiamento sistemico, esorta la lettera.

“La pandemia ci mostra che sono in gioco le vite e i mezzi di sussistenza delle persone, in un momento in cui anche la vita della terra è minacciata – scrivono ancora i firmatari –. Non solo la giustizia fiscale è al centro di qualsiasi piano di risanamento, ma è fondamentale per mitigare la crescente disuguaglianza e affrontare le sfide poste da un clima in rapido riscaldamento”.

Leggi la lettera integrale.