Roma (NEV), 14 giugno 2022 – Oltre un centinaio di persone hanno partecipato all’inaugurazione di “Flamingo Loophole”, la nuova palestra di arrampicata terapeutica che è stata aperta lo scorso fine settimana, sabato 11 e domenica 12 giugno a Bihać, in Bosnia, da Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia. Bambine e bambini, ma anche tantissimi giovani, provenienti dal Cantone di Una-Sana, la regione al confine nord-orientale con la Croazia, si sono cimentati con il climbing, sperimentando, chi per la prima volta chi no, questa disciplina.
” L’idea – ha spiegato Niccolò Parigini, referente di Mediterranean Hope in Bosnia – nasce dal fatto che l’arrampicata ha un valore sociale enorme: non a caso è uno sport consigliato anche come supporto per le persone con sindrome post traumatica da stress, con problemi di ansia e depressione, perchè si lavora sul rapporto di fiducia con altre persone e sulle proprie capacità, anche di entrare in relazione con gli altri. Ed è allo stesso tempo un’attività individuale ma che si fa in gruppo: serve cioè a stabilire delle connessioni, a favorire l’inclusione e, quello che ci auguriamo, un modello di integrazione spontanea”.
La palestra di arrampicata è accessibile a titolo gratuito, verranno attivati nelle prossime settimane corsi per i bambini e gli adolescenti ma anche ore di lezione per gli adulti.
Il target, cioè il pubblico al quale l’iniziativa si rivolge, è in primis la popolazione locale. “Lavorando qui ci siamo accorti che, in particolare per i giovani, mancano luoghi di aggregazione e alternative per il tempo libero, in una situazione comunque non facile, con alti livelli di disoccupazione e servizi non sempre capaci di rispondere ai bisogni delle persone. Di qui il progetto legato ad una attività fisica e a questo tipo di sport nello specifico”, aggiunge Parigini.
“In ogni luogo in cui lavoriamo – ha dichiarato Marta Bernardini, coordinatrice di Mediterranean Hope – cerchiamo di capire il territorio e lavorare insieme alle realtà che già operano per i diritti delle persone, migranti e non. Migliorare la società, “dal basso”, significa creare le basi per costruire una rete di accoglienza, una maggiore consapevolezza anche verso chi è “straniero”, un luogo in cui vivere e condividere i propri spazi. Come chiese evangeliche siamo impegnate, da Rosarno a Lampedusa, fino a Scicli e ai corridoi umanitari, per migliorare le condizioni non solo dei migranti ma anche delle popolazioni che li incontrano, e soprattutto delle e dei giovani che vivono questi luoghi di frontiera. Allo stesso tempo ci piacerebbe creare, con lo sportello diurno e la palestra di arrampicata, un luogo di aggregazione che sia una risorsa durevole per la cittadina di Bihac e i paesi limitrofi nella regione di Una Sana, un progetto che venga gestito e fruito da chi quotidianamente vive questo territorio attraversato da tante persone che cercano di arrivare in Europa e costruirsi un futuro migliore”.
Il progetto, con una palestra di circa 200 metri quadri con pareti attrezzate di circa 100 metri quadrati, è stato realizzato da Mediterranean Hope, programma delle chiese protestanti italiane, insieme all’associazione sportiva locale Spektrum, ed è finanziato principalmente dall’Otto per mille delle Chiese valdesi e metodiste.
“Vogliamo ringraziare anche le aziende e le realtà che si sono già spese per aiutarci, donandoci i materiali utili per questo sport, e tutte le attrezzature che useranno gli utenti, gratuitamente”, sottolinea infine Parigini. Al progetto ha lavorato anche l’artista e climber Francesco Bertelè, responsabile del design tecnico della palestra di arrampicata, e l’operatrice di Mediterranean Hope Léa Karam.
Mediterranean Hope opera in Bosnia dall’inizio del 2021: oltre alla palestra di arrampicata, con uno sportello diurno per i migranti, dove le persone in transito possono farsi la doccia, lavare i propri abiti e ricevere vestiti nuovi, bere un the caldo. Da gennaio 2022 a giugno 2022 il centro ha accolto 1232 persone.