Chiese europee indagano gli intrecci fra sicurezza, intelligenza artificiale e diritti umani

Si è tenuta a Malmö, in Svezia, la 9^ Edizione della scuola estiva sui diritti umani della Conferenza delle chiese europee (KEK)

Roma (NEV), 27 giugno 2022 – “Sicurezza, intelligenza artificiale e diritti umani. Cosa comportano gli sviluppi sociali e tecnologici in queste tre aree per il futuro di società libere e allo stesso tempo sicure?” È questa la domanda a cui hanno cercato di dare risposta persone provenienti da tutta Europa alla 9^ Edizione della scuola estiva sui diritti umani della Conferenza delle chiese europee (KEK). Tenutasi dal 13 al 16 giugno a Malmö, in Svezia e in parte online, la scuola estiva ha esplorato diversi aspetti. Dalle implicazioni morali ed etiche della tecnologia, ai rischi per la privacy individuale. Dal riconoscimento facciale nei luoghi pubblici, al rischio di discriminazione. Quest’ultimo, potenzialmente, può avvenire nell’accesso ai servizi sociali e all’assistenza sanitaria se si lascia troppo spazio agli algoritmi il compito. Infine, si è parlato di legami tra le questioni teologiche, antropologiche ed etiche dell’intelligenza artificiale. Al momento, peraltro, manca un quadro normativo europeo che salvaguardi i diritti e la dignità umana in questo ambito, sempre più complesso e in rapida trasformazione.

Resoconto

“Dobbiamo aiutare le persone a comprendere le nuove realtà che pongono questioni etiche. Soprattutto mantenendo il principio cristiano come chiave del dibattito” ha sottolineato Johan Arvid Tyberg, vescovo di Lund della Chiesa di Svezia, nel suo discorso di apertura. E ha invitato le chiese a mantenersi aggiornate sulle questioni inerenti le intelligenze artificiali.

“Gli Stati europei devono responsabilizzare i propri cittadini. Dovrebbe essere possibile opporsi alle decisioni relative all’intelligenza artificiale, qualora fossero discriminatorie e potenzialmente in grado di violare i diritti umani” ha affermato il presidente della KEK, pastore Christian Krieger.

Durante la scuola estiva, è stato dedicato spazio anche alla sicurezza delle comunità religiose e alla protezione dei luoghi di culto. Dany Choueka del Security and Crisis Centre dell’European Jewish Congress ha condotto un incontro formativo sulla gestione delle crisi. Nell’ambito del progetto interreligioso Comunità più sicure e più forti in Europa (Safer and Stronger Communities in Europe – SASCE), è emerso chiaramente che le legislazioni nazionali sono molto diverse fra loro. Non è possibile adottare un approccio comune in tutta Europa. Questo vale, ad esempio, per le leggi che regolano l’uso delle telecamere a circuito chiuso negli spazi pubblici e nelle proprietà private aperte al pubblico. SASCE è finanziato dall’Unione Europea e vi partecipa attivamente la KEK.


La scuola estiva annuale sui diritti umani è organizzata dal Gruppo tematico sui diritti umani della KEK, quest’anno per la prima volta in collaborazione con il Gruppo tematico sulla bioetica. Ospitata dalla Chiesa di Svezia, è stata finanziata dal Fondo di polizia interna della Commissione europea. Dialogo interreligioso e cooperazione nel campo dei diritti umani sono le principali aree di interesse di questa esperienza.