
Karlsruhe (NEV), 8 settembre 2022 – Dorothee Mack è una teologa e pastora valdese, da poco più di un anno a Karlsruhe, la città che ha ospitato l’undicesima Assemblea del consiglio ecumenico delle chiese, dopo oltre dieci anni di servizio pastorale nella Chiesa evangelica valdese di Milano. Ed è stata un po’ la “padrona di casa” – nel senso più accogliente del termine – per la delegazione italiana che ha partecipato alla settimana di lavori in Germania.

Com’è andato il percorso delle chiese locali verso l’evento del CEC/WCC? “Ho un “cuore per l’ecumenismo” e quindi già durante l’anno di preparazione dell’assemblea ho dedicato vari culti, circa uno al mese, agli ospiti dell’Ecumene. Ad esempio ho svolto un culto sulla liturgia del rinnovamento del patto, che è metodista, e mi sono detta ‘facciamolo conoscere alla comunità qui’, proprio per esplorare le mille modalità di espressione del cristianesimo. Abbiamo fatto dunque questo percorso di avvicinamento all’assemblea e anche delle interviste, prima online e poi nel giardino della chiesa, con ospiti ecumenici, come una giovane protestante della Repubblica Ceca, con il pastore William Jourdan della Tavola valdese, dall’Italia, e altri.
Nei giorni dell’Assemblea di Karlsruhe, “abbiamo fatto il culto ecumenico nel nostro quartiere, con gli ospiti dall’Italia, il pranzo di domenica con Mediterranean Hope, il programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, e con Giuliano Savina, direttore dell’Unedi – Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della CEI”.
Tutte le mattine, inoltre, Mack ha partecipato al coro dell’assemblea, con canti, musiche e preghiere “da tutto il mondo”.
Per la pastora valdese, l’evento in Germania, è stato “un tuffo nell’interculturalità, che ho vissuto molto nella chiesa di Milano. E’ bello stare in mezzo a persone che provengono da tutto il mondo, ci sono state forse troppe poche occasioni per approfondire ma anche momenti realmente preziosi. Una di queste sere, ad esempio, abbiamo ricevuto, attraverso una giovane volontaria della nostra comunità che si è messa a disposizione dell’organizzazione del summit, la chiamata da un vescovo anglicano della Tanzania; alla fine si è aggiunto alla nostra cena e abbiamo passato una serata tutti insieme, coi volontari e le volontarie della comunità. Un bel momento di condivisione”.
https://twitter.com/Medhope_FCEI/status/1566406252820824064?s=20&t=AfoVy8u7EfXZGwLhAZa_ww