Verso il 10 ottobre, contro la pena di morte

Un bilancio sulla pena di morte nel mondo in vista della XX Giornata mondiale che si celebra il 10 ottobre. L'Azione dei Cristiani per l’abolizione della tortura rilancia la campagna globale della World Coalition

Roma (NEV), 7 ottobre 2022 – In vista della XX Giornata mondiale contro la pena di morte, che si celebra il 10 ottobre,  l’Azione dei Cristiani per l’abolizione della tortura (ACAT Italia) rilancia la campagna mondiale di World Coalition.

Questa Giornata, spiega ACAT, “unisce il movimento abolizionista globale. Inoltre mobilita la società civile, i leader politici, gli avvocati, l’opinione pubblica per sostenere l’appello per l’abolizione universale della pena capitale. La giornata incoraggia e consolida la consapevolezza politica e generale del movimento mondiale contro la pena di morte”.

Venti anni di mobilitazione mondiale sono passati. Adesso “è il momento di considerare e celebrare i traguardi che il movimento abolizionista ha ottenuto. Ora più che mai, gli attori abolizionisti devono continuare a lavorare per la completa abolizione della pena di morte in tutto il mondo, per tutti i crimini”.

Il 10 ottobre 2022, illustra ancora l’organizzazione cristiana, la Giornata mondiale sarà dedicata alla riflessione sul rapporto tra l’uso della pena di morte e la tortura o altri trattamenti o punizioni crudeli, disumani e degradanti.

“I tipi di tortura e altri maltrattamenti subiti durante la lunga attesa della pena di morte sono vari e numerosi – prosegue ACAT -. La tortura fisica o psicologica è stata applicata in molti casi durante gli interrogatori per estorcere la confessione di reati gravi. Il fenomeno del braccio della morte contribuisce al declino psicologico a lungo termine della salute di una persona. Le dure condizioni di vita nel braccio della morte contribuiscono al deterioramento fisico. Un possibile anticipo della data dell’esecuzione suscita angoscia. Infine, i metodi di esecuzione provocano dolori insopportabili unitamente alla sofferenza vissuta dai familiari e da coloro che hanno uno stretto rapporto con il giustiziato”.

Un altro aspetto, spesso sottovalutato, è quello delle discriminazioni basate su sesso, genere, status sociale, età, orientamento sessuale, status di minoranza religiosa ed etnica e altro. Queste discriminazioni, che colpiscono le persone anche al di fuori dei contesti restrittivi, possono ulteriormente “aggravare il trattamento crudele, disumano e degradante delle persone condannate a morte” conclude ACAT.


LA PENA DI MORTE IN CIFRE
(Statistiche di Amnesty International)

110 Stati hanno abolito la pena di morte per tutti i reati.

7 Stati hanno abolito la pena di morte per i reati comuni.

27 Stati sono in pratica abolizionisti.

55 Stati applicano ancora la pena capitale.

I 5 Stati che hanno giustiziato di più al mondo nel 2021 sono, nell’ordine: Cina, Iran, Egitto, Arabia Saudita e Siria.

28.670 erano le persone condannate a morte in tutto il mondo alla fine del 2021.


ACAT

ACAT è un’associazione cristiana ecumenica. Impegnata contro la tortura e la pena di morte, lavora al fianco di tutti coloro che hanno gli stessi obiettivi e promuovono i Diritti Umani. Fondata formalmente nella primavera del 1987 grazie al contributo della chiesa valdese di Roma e del movimento “Rinascita Cristiana”. Il ramo italiano dell’Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura si deve all’ispirazione del pastore valdese Tullio Vinay. Vinay fu tra i primi in Europa a denunciare le violenze subite dai prigionieri politici in Vietnam. Sin dal principio l’ACAT scelse di operare su basi ecumeniche, mettendo insieme protestanti, cattolici, ortodossi e altre confessioni cristiane disposte a pregare e ad agire insieme. ACAT aderisce alla Federazione internazionale FIACAT.