L’informazione in guerra. Chiusa l’XI edizione del Premio Morrione

Premiata l’inchiesta “Sulla loro pelle” di Marika Ikonomu, Alessandro Leone, Simone Manda. Il Premio Morrione è sostenuto, fra l’altro, con i fondi dell’Otto per mille alla chiesa valdese - Unione delle chiese metodiste e valdesi

Foto di Andrea Marcantonio - Federico Tisa/Premio Morrione

Roma (NEV), 2 novembre 2022 – Si è chiusa sabato scorso l’XI edizione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo. Ha vinto l’inchiesta “Sulla loro pelle” di Marika IkonomuAlessandro Leone, Simone Manda, sull’opacità della gestione privata dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio e le ripercussioni sui diritti basilari delle persone migranti. Tutor giornalistico: Sacha Biazzo, giornalista di Fanpage.it

Questa la motivazione della giuria: <<L’inchiesta “Sulla loro pelle” dà voce agli ultimi con equilibrio e forza narrativa attraverso immagini e testimonianze, con maturità professionale e attenzione al linguaggio visivo e narrativo. Un lavoro toccante, di attualità, sempre più necessario, che tiene accesa l’attenzione su un tema, quello dei Centri di Permanenza per i Rimpatri, veri e propri luoghi di detenzione di cui si parla sempre troppo poco.>> A premiare sul palco, Gian Mario Gillio, direttore responsabile dell’Agenzia stampa NEV.

Le Giornate del Premio Morrione, sul tema “WarNews – l’informazione in guerra”, si sono tenute a Torino da mercoledì 26 a sabato 29 ottobre. Il Premio Morrione è sostenuto, fra l’altro, con i fondi dell’Otto per mille alla chiesa valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi e vede Riforma – Eco delle valli valdesi tra i media partner.

Riportiamo il contributo scritto dalla Diacona Alessandra Trotta, Moderatora della Tavola valdese, per il libretto delle Giornate.

<<Ci accorgiamo delle guerre solo quando s’avvicinano a noi. Quella in Ucraina è l’ultima di ben ventitré ad alta intensità, in 359 aree di crisi.

Conflitti ignorati, dimenticati, che emergono con forza quando gli “effetti collaterali” si riversano nel nostro Paese in forma di esseri umani che fuggono da terre dilaniate dalla violenza e dall’oppressione. Persone che cercano riparo e speranza per il loro futuro e che mostrano al mondo quanto siano preziosi i diritti umani, la democrazia, la libertà d’espressione e di religione.

Chi è riuscito a fuggire da luoghi quali la Libia e l’Afghanistan (anche grazie ai Corridoi umanitari di cui le chiese valdesi e metodiste si son fatte ecumenicamente promotrici), incarna quelle tragedie. Altre storie, invece, mostrano chi all’inferno ci è rimasto, come le coraggiose donne di Kabul che chiedono “pane e libertà” e che l’informazione ha sottratto all’invisibilità a cui il regime talebano vorrebbe invece condannare.

Pane e libertà, dunque, fuori dalla pericolosa retorica che mette in competizione le dimensioni della vita: pace, giustizia, lavoro, salute, ambiente, economia.

Temi da sempre cari all’Associazione Amici di Roberto Morrione che offre ai giovani un’opportunità, quella di poter apprendere, sperimentarsi nella ricerca di verità scomode per promuovere un’informazione onesta, efficace, capace di nutrire le coscienze consapevoli e libere.

Un’impresa bella, che merita il supporto che la nostra Chiesa, anche quest’anno è riuscita a sostenere con i fondi dell’otto per mille assegnatici grazie alla fiducia di tante e tanti contribuenti italiani.>>


Per saperne di più:

Per leggere il resoconto della premiazione e tutti i riconoscimenti clicca Qui.

Qui, l’articolo sul caso di Julian Assange, oggetto di uno dei dibattiti nell’ambito del Premio.

Infine, Qui la giornata dedicata alla giornalista Vera Schiavazzi.