Svizzera. Il culto in Grossmünster e i 500 anni dalla prima disputa di Zwingli

Domenica 22 gennaio si svolge il consueto culto delle diverse denominazioni protestanti di Zurigo. In parallelo, l’inaugurazione della mostra dal titolo “Disputa. La Riforma nel fuoco incrociato" per il 500°anniversario della prima disputa che ha per protagonista il noto riformatore svizzero Huldrych Zwingli

Foto in alto: il Grossmünster (da www.grossmuenster.ch) Foto in basso: disputa zurighese (da www.zb.uzh.ch/de/zuerich/reformation)

Roma (NEV), 20 gennaio 2023 – Si tiene domenica 22 gennaio presso il Grossmünster il consueto culto delle diverse denominazioni protestanti di Zurigo. Al culto partecipano le comunità riformate valdese di lingua italiana, di lingua francese, di lingua ungherese, di lingua ceca e la comunità luterana. Sono previste parti liturgiche nelle diverse lingue e una predicazione a più voci. Per la chiesa valdese, celebra il pastore Herbert Anders. Presiedono con lui la pastora Krisztina Michna, il pastore Jiří Přeček, il pastore Christophe Kocher, il pastore Thomas Risel e il pastore Martin Rüsch. Segue un aperitivo nella cappella dell’Helferei.

Lo stesso giorno è inoltre possibile partecipare all’inaugurazione della mostra “Disputation – Reformation im Kreuzfeuer” “Disputa. La Riforma nel fuoco incrociato”, nella galleria del Grossmünster. La mostra intende celebrare il 500°anniversario della prima disputa di Zurigo.

Il 2023 si festeggiano infatti “500 anni di controversie zurighesi”. La prima, sulla scrittura, avvenne il 29 gennaio 1523. Scrivono gli organizzatori che la forma di assemblea inaugurata con la prima disputa zurighese, allora completamente nuova e che in seguito si è sviluppata in un “modello di successo oltre il confine svizzero, ha rappresentato per Zurigo il passo decisivo verso il rinnovamento sociale ed ecclesiastico. Nelle dispute si sono svolti dibattiti pubblici davanti al Consiglio, spingendo a una svolta per la Riforma”. E portando, anche, a quella che è considerata l’invenzione zwingliana del sinodo e alla vittoria della Riforma.

Lo spiega bene un blog di riformati svizzeri “nostrani”, che provano a “entrare nella filosofia di una disputa. Un metodo di lavoro interessante che permetterà a molte città di introdurre la Riforma. Il Consiglio convoca le parti per la disputa, annunciando che la disputa sarà in tedesco e che il tema sarà il rapporto tra Scrittura e tradizione umane. Il vescovo di Costanza manda una sua delegazione, ma non come parte coinvolta nella disputa, anche se tuttavia poi lo sarà. I partecipanti sono circa 600 e si radunano nella sala del Consiglio. I resoconti sulla disputa sono almeno due e, ovviamente, di parte avversa. Alcuni momenti della disputa sono importanti. Il primo riguarda la rivendicazione da parte di Zwingli sula validità di un’assemblea locale convocata dall’autorità civile e abilitata a deliberare su questioni concernenti la fede. Da questa rivendicazione nasce il modello di invenzione zwingliana del sinodo. Il secondo è, ovviamente, sul valore delle tradizioni. Alla fine della disputa, per Zwingli è una chiara vittoria. La Riforma può andare avanti”.

Per saperne di più, leggi anche:

Il saggio di Sergio Ronchi: Huldrych Zwingli, il riformatore di Zurigo.

Nel documento, Ronchi spiega in che modo la disputa dovrà stabilire la linea di demarcazione fra eresia e fedeltà evangelica nella predicazione dei suoi pastori. A pochi giorni dalla disputa Zwingli redige le sue 67 Tesi, che avrebbero dovuto essere alla base del dibattito, ma che diventano poi un fondamento del “Sola Scriptura”, uno dei principi cardine del protestantesimo. E in particolare, “l’indipendenza della parola di Dio dalla Chiesa, come si legge nella tesi 1: ‘Tutti coloro i quali affermano che l’evangelo non ha valore senza l’approvazione della chiesa, errano e disprezzano Dio’. Gesù Cristo come unica via di salvezza (tesi 3 e 4); la Chiesa autentica come costituita dal suo corpo, cioè da tutti i credenti senza distinzioni clericali (tesi 7-9); il papa non ha ragione di essere, perché solo ‘Cristo è l’unico, eterno sommo sacerdote’ (tesi 17); la messa viene respinta in quanto ‘Cristo ha offerto se stesso una volta sola in sacrifico che dura nell’eternità ed ha valore espiatorio per i peccati di tutti i credenti; da ciò si deduce che la messa non è un sacrifico’ (tesi 18); Cristo è l’unico mediatore fra cielo e terra e, quindi, l’intercessione dei santi viene rigettata (tesi 19-21).

[…] Conclusa la disputa, il Consiglio si riunisce in seduta straordinaria, nel corso della quale stabilisce in via ufficiale (e definitiva) che ‘il maestro Ulrich Zwingli possa procedere nella linea sin qui seguita, cioè di predicare il santo evangelo e la verace sacra Scrittura, quando e come gli piacerà, fin tanto che qualcuno non lo persuada di una dottrina migliore. E tutti gli altri preti secolari, curati e predicatori, nelle loro rispettive città, paesi e signorie, non dovranno proporre e predicare nient’altro se non ciò che possa essere dimostrato con il santo evangelo e con la verace sacra Scrittura. E non dovranno sorgere altri litigi, eresie o parole disonorevoli, perché coloro che si dimostreranno disobbedienti e non osserveranno queste prescrizioni saranno rimproverati in modo tale da poter capire che hanno sbagliato’. Il principio del sola Scriptura è ormai definitivamente ratificato’”.