La memoria, un terreno comune

La rubrica “Lo sguardo dalle frontiere” è a cura degli operatori e delle operatrici di Mediterranean Hope (MH), il progetto sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). O dalle volontarie e dai volontari che accompagnano per periodi più o meno lunghi il percorso di MH. Questo “sguardo” arriva dalla Casa delle culture di Scicli ed è stato scritto dalle volontarie Jule Brandl e Michela Raffa.

Roma (NEV), 31 gennaio 2023 – La Seconda Guerra Mondiale. Hitler. L’Olocausto. Parole che i bambini, in Europa, imparano nelle scuole. Alcuni ragazzi che vivono presso la Casa delle culture di Scicli, arrivati in prevalenza coi corridoi umanitari, da Libano, Libia, Afghanistan, invece, non le conoscevano. Qualcosa di sorprendente per noi, perché pensiamo di imparare la storia “del mondo” ma, in verità, probabilmente, conosciamo solo una storia eurocentrica.
I ragazzi, tuttavia, hanno capito velocemente di cosa stavamo parlando. Perchè? Forse perchè le dinamiche che conducono a violenza, pregiudizi e discriminazioni sono un terreno comune di tutte le culture, purtroppo.

Noi volontarie abbiamo raccontato cos’è stato l’Olocausto e perché è cosí importante ricordare questo genocidio. Per farlo, abbiamo progettato un poster con immagini ed informazioni.
Parlare con i ragazzi di questa storia crudele non è stato facile. Sia perché la differenza della lingua rende più complicato trovare le parole giuste e non troppo difficili, sia perché non sai mai quale violenza i ragazzi hanno dovuto subire.
Ma quando abbiamo detto che dobbiamo parlare di questa storia ancora e ancora, per non permettere che si ripeta e per costruire finalmente una società senza pregiudizi e odio, abbiamo sentito una grande vicinanza e ci siamo rese conto che questi sono i nostri obiettivi comuni e le nostre speranze per il futuro.
Per manifestare i nostri valori, inoltre, abbiamo partecipato alla campagna #WEREMEMBER (#noiricordiamo) di UNICEF. Nella vetrina della Casa delle Culture adesso si trovano foto di tutti noi, le persone che animano questo luogo, per mostrare che vogliamo che la nostra società impari da ciò che è accaduto in passato e ricordi la storia.