Morte di Tyre Nichols, il dolore delle chiese

L'ennesimo brutale pestaggio di un cittadino statunitense da parte delle forze di polizia riaccende le polemiche

Montecruz Foto - tratta da Riforma.it
Roma (NEV/Riforma), 1° febbraio 2023 – La morte di Tyre Nichols a Memphis negli Stati Uniti a seguito del brutale pestaggio ad opera di cinque poliziotti che lo avevano fermato per un controllo riapre ferite mai sanate. Di nuovo un video ha immortalato la violenza e lo strazio dell’uomo. Come per George Floyd, come Breonna Taylor, come per troppi altri casi simili. Ancora.

Herbert Nelson, responsabile esecutivo della Chiesa presbiteriana ha commentato: «Tyre Nichols era un padre, un figlio, un amico e un collega. Ma il 7 gennaio è diventato il volto e la vittima dell’ultimo violento scontro con le forze dell’ordine. Aveva 29 anni.

La settimana scorsa sono stati diffusi i video delle telecamere e della sorveglianza che mostrano come Nichols sia stato fermato dalla polizia vicino a casa sua a Memphis, nel Tennessee, dove è stato brutalmente picchiato e preso a calci. In base al video rilasciato dalle autorità, i poliziotti hanno continuato a picchiarlo finché non è riuscito più a stare in piedi.
Le forze dell’ordine hanno assunto ancora una volta il ruolo di giudice, giuria e boia. Non doveva essere così. Ora, un bambino ha perso un padre, una madre ha perso un figlio e una comunità piange un’altra vita inutilmente tolta da coloro che hanno giurato di proteggerli. Continuiamo a vedere questa situazione ripetersi e ci vengono in mente nomi come George Floyd e Breonna Taylor.
C’è qualcosa nella polizia di questo Paese che deve essere trasformato. Se da un lato ci sono bravi agenti che hanno a cuore le loro comunità, dall’altro ci sono ancora quelli che portano un distintivo e credono di essere al di sopra della legge. Dobbiamo parlare di polizia in modo diverso negli Stati Uniti e concentrarci sul lascito che questo comportamento ha sulle persone emarginate. L’impatto sugli individui emarginati si ripercuote su altri problemi, come la mancanza di opportunità educative e la povertà. Le persone vengono lasciate indietro e, di conseguenza, si trovano a subire ingiustizie, come abbiamo visto in questi video. Non c’è rispetto per la vita umana e questo deve cambiare.
Invito tutti i presbiteriani e gli individui che si dicono preoccupati per i diritti umani e la giustizia sociale a farsi avanti, a impegnarsi, a connettersi con le proprie comunità. Non si tratta solo di giustizia sociale. Si tratta di plasmare le nostre comunità in modo che le persone possano essere rispettate a prescindere dal loro background socio-economico. Come facciamo a dare di nuovo valore alle persone?
Mi unisco a quanti, in tutto il Paese, piangono Tyre Nichols, una giovane vita promettente stroncata troppo presto. Mi dispiace per la sua famiglia che deve vivere la sua vita sapendo che il figlio non doveva morire. Prego per il nostro Paese mentre lottiamo per trovare la nostra strada. Dobbiamo essere controllori di questo tipo di comportamento e la comunità di fede deve fare qualcosa al riguardo. Chiedo a Gesù Cristo di entrare nei nostri cuori, nelle nostre menti e nelle nostre vite, stimolandoci a fare cambiamenti positivi affinché questo giovane e altri non siano morti invano».

Anche la Chiesa Unita di Cristo si unisce a tutti coloro la cui rabbia, dolore e orrore sono stati scatenati dal recente pestaggio: «A sua madre, a cui ha gridato ripetutamente durante le violente percosse subite per mano di cinque agenti di polizia di Memphis, e alla sua famiglia e ai suoi cari va il nostro cordoglio, le nostre preghiere e la nostra promessa di continuare a chiedere la fine di questo tipo di brutalità della polizia. Una violenza come questa è criminale e richiede una risposta. Le proteste, le dimostrazioni di indignazione pubblica e le richieste di responsabilità dovrebbero garantire che i responsabili di questa tragedia siano assicurati alla giustizia; e anche per ridurre le possibilità che si ripeta.

Le persone di fede devono alzare la voce in segno di rabbia, indignazione e dolore per questo tragico omicidio. Il nostro lamento continuerà fino a quando ogni figlio saprà di poter camminare per strada senza preoccuparsi che coloro che hanno il compito di proteggerci siano il pericolo che temiamo o affrontiamo.

In memoria di Tyre Nichols e in solidarietà con sua madre, la sua famiglia, i suoi cari e con la voce collettiva di tutti coloro che provano questo profondo dolore, offriamo la nostra preghiera.

Dio, di cui ogni bambino porta l’immagine, ascolta il nostro grido di dolore per la tragica perdita del nostro fratello Tyre.

Dio la cui visione per il mondo è lo Shalom, ascoltaci mentre chiediamo la fine della brutalità e della violenza per mano degli agenti di pace.

Dio la cui speranza è che tutti siano trattati con rispetto, ascoltaci mentre esprimiamo il nostro sdegno per un altro corpo nero dilaniato e lasciato senza fiato da chi indossa un distintivo.

Dio, la cui giustizia aneliamo, ascoltaci mentre piangiamo un’altra tragica e prematura morte di coloro che esercitano il loro potere sugli altri.

Dio il cui amore vince su tutto, ascolta il nostro grido ora per l’amore che guarisce una madre in lutto mentre seppellisce suo figlio e che ha dovuto subire l’indegnità di visitare il suo corpo spezzato in ospedale.

Ascolta il nostro grido.

Accogli il nostro lamento.

Trasforma la nostra rabbia in azione, la nostra paura in speranza, la nostra rottura in guarigione.

Questa è la nostra preghiera. Amen».

La Chiesa evangelica luterana in America ha a sua volta prodotto un comunicato: «Mentre la nazione guarda l’ennesimo video che mostra la violenza della polizia contro un uomo di colore dopo un arresto per traffico, in tutti gli Stati Uniti emergono grande sofferenza e disperazione. In poco più di una settimana abbiamo assistito a violenze di massa con armi da fuoco in California – due volte – e all’uccisione di un manifestante in una futura sede di addestramento della polizia ad Atlanta. Ognuna di queste tragedie ispira dolore, non solo per le vite perse e alterate per sempre, ma anche per la nostra perdita di fiducia in un sistema che continua a fallire, ancora e ancora.
È importante ricordare che le immagini sono potenti e possono ritraumatizzare le comunità. L’atteso filmato del pestaggio di Tyre Nichols, 29 anni, residente a Memphis, promette di suscitare molte emozioni e di risvegliare il dolore di decine di milioni di americani che hanno visto tutto questo nelle loro comunità.

Fino a quando, Signore, dovremo soffrire per mano dell’ingiustizia?

Fino a quando, Signore, sentiremo parlare di vite stroncate da un’altra sparatoria e temeremo per le nostre vite e per quelle delle nostre famiglie?

Fino a quando, Signore, avremo paura di un sistema che dovrebbe proteggere tutte le vite?

Cara Chiesa, questo è il momento di concentrarsi, ascoltare, imparare, consigliare, sostenere riforme giuste e lamentarsi di un dolore che sembra inesorabile, che si risveglia ad ogni atto di tragedia e di ingiustizia in questa nazione».

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