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Home Ecumenismo e dialogo Paolo Dall’Oglio: “Questo Mediterraneo è di tutti noi”
  • Ecumenismo e dialogo

Paolo Dall’Oglio: “Questo Mediterraneo è di tutti noi”

Di
Agenzia NEV
-
31 Luglio 2023
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    Roma (NEV), 31 luglio 2023 – Il 29 luglio 2013, dieci anni fa, Paolo Dall’Oglio veniva sequestrato a Raqqa. In questi giorni abbiamo letto diverse testimonianze sul sacerdote fondatore della comunità monastica di Deir Mar Musa, in Siria. Lo ricordiamo anche noi attraverso le sue stesse parole, pochi mesi prima della sua scomparsa. Il 25 ottobre 2012 Dall’Oglio era a Roma, ospite del Centro interconfessionale per la pace (CIPAX), nell’ambito del Cantiere “Democrazia partecipativa e->è pace / Guerra e pace in Siria”.

    <<Questo Mediterraneo è di tutti noi, se la Siria affoga voi non resterete a galla>>. Padre Dall’Oglio concludeva così il suo intervento, che riportiamo a fondo pagina integralmente in una trascrizione non rivista dal relatore.

    <<Oggi io giro il mondo chiedendo più diplomazia, più umiltà diplomatica, più capacità di riaprire i tavoli del negoziato internazionale – diceva ancora il sacerdote –, confrontandosi con soggetti geostrategici non aggirabili, come la Russia e i suoi interessi geopolitici continentali, come l’Iran con i suoi interessi religiosi, culturali geopolitici continentali, come Israele che, piaccia o no c’è, è lì, è estremamente presente e se c’è un elemento che ha prodotto questa infinita emorragia dei nostri giovani è dovuto proprio al divieto di Israele nei confronti dell’America e dell’Europa di costruire una soluzione. Ma a questo si aggiungono anche altri soggetti assenti: dov’è il Brasile, dov’è l’India, di tutti coloro che vogliono diventare poli, garanti di una convivenza civile universale, almeno tendenzialmente democratica. La Cina almeno è coerentemente con la Russia: tu fai il veto con me nell’ovest del continente e io poi faccio il veto con te nell’est, nelle questioni del Pacifico. È di grande coerenza, non c’è niente di segreto. Dunque la diplomazia, chiedendo a tutti, al Sudafrica di Mandela, all’India di Gandhi, al Brasile, di partecipare. L’ho chiesto inutilmente, l’ho chiesto anche alla diplomazia del Vaticano: un muro di materassi ed una cultura inadeguata alla rivoluzione democratica. E poi la nonviolenza. I nonviolenti europei si sono sentiti in diritto di insultarmi. Non c’è problema. Nel settembre del 2011, con giovani nonviolenti siriani, alcuni dei quali sono stati arrestati dopo e molti obbligati all’esilio, abbiamo proposto la riconciliazione: Mussalah, di cui oggi molti si sciacquano la bocca. Ad una sola condizione e chi ritiene che questa condizione sia inadeguata alla situazione siriana, abbia il coraggio poi di dircelo, piena libertà di opinione, piena libertà di espressione. Abbiamo chiesto solo questo, non abbiamo fatto nessuna scadenza di tempi, nessuna obbligatorietà di uscita di scena di protagonisti politici: libertà di opinione, libertà di espressione. E io dissi allora: “Quanto mi piacerebbe morire per queste libertà!”. Non c’è stato nulla di questo, ci sono stati i giri turistici di giornalisti cooptati per venire a vedere ciò che si doveva vedere secondo l’agenda del regime […] io chiedo ai nonviolenti di essere nonviolenti, coerentemente nonviolenti. Chiedemmo 50.000 attivisti nonviolenti dell’ONU, ce ne hanno mandati 100 della Lega Araba, 300 con Kofi Annan. 50.000 ne abbiamo chiesti. Su 7 miliardi di nonviolenti mondiali non ci sono 50.000 operatori? Non ci sono. Pazienza. Si fa con quello che si ha e con gli alleati che si trovano. Per motivi dogmatici ritengo che un popolo ha diritto e dovere di autodifendersi. Lo dico sulla base del catechismo della Chiesa cattolica, della tradizione del Corano, della tradizione del popolo d’Israele, della tradizione dei diritti dell’uomo, della Carta dei Diritti dell’Uomo; e che un popolo in condizioni di disgrazia deve essere assistito. Chi non ha schifo delle armi le usi per assistere un popolo in disgrazia. Chi ha schifo delle armi venga ad aiutarci secondo giustizia con la nonviolenza. Invece di giudicare, attivatevi nonviolentemente per salvare un popolo che vi riguarda. Questo Mediterraneo è di tutti noi, se la Siria affoga voi non resterete a galla>>.


    Per saperne di più:

    “La radicalità della sua scelta dice con voce di canto liturgico che il dialogo e l’incontro tra le fedi non può più essere solo oggetto di riflessione convegnistica e disciplina di accademia ma deve profumare di vita” scrive Tonio Dell’Olio su Mosaico di pace. –  Il coraggio di Paolo (mosaicodipace.it)

    Avvenire parla del «testamento» di Dall’Oglio, il desiderio di farsi fratello con tutti

    Mattarella: tenere alta la memoria di padre Dall’Oglio, testimone di pace e speranza – Vatican News

    Decennale del rapimento di padre Paolo Dall’Oglio, dichiarazione Presidente Meloni | www.governo.it


    Dal sito del CIPAX

    Intervento di padre Paolo dall’Oglio (trascrizione non rivista dal relatore):

    Incontro con padre Paolo dall’olio (cipax-roma.it) nell’ambito dell’Attività 2012-2013 DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA E->È PACE Guerra e pace in Siria Incontro del 25 ottobre 2012 con Paolo DALL’OGLIO, Carolina POPOLANI, Francesca PACI, Adnane MOKRANI, Gian Mario GILLIO. Fonte: cipax-roma.it

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