Roma (NEV), 7 dicembre 2023 – La 28^ Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici è in corso presso l’Expo City a Dubai. La COP28 chiuderà il prossimo 12 dicembre. Abbiamo interpellato sull’andamento dei lavori la giovane metodista Irene Abra, che sta seguendo la COP28 dall’Italia.
Irene Abra è ambasciatrice della campagna mondiale Climate Justice for All (CJ4A). Componente della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Irene Abra collabora inoltre con la campagna ecumenica globale Climate YES. Delegati di Climate YES sono stati presente presso il Faith Pavilion, il “padiglione della fede”, uno spazio dedicato alle religioni nell’ambito della COP28,
Faith Pavillion Inauguration at the Leadership Pavillion | UNFCCC
Anche questa edizione della Conferenza sul clima, come le precedenti, porta polemiche e speranze. “Aldilà dei numeri, c’è da segnalare lo scandalo che ha riguardato la presidenza della COP, nella persona di Al Jaber, che come si legge sul Guardian ha sostenuto che non ci siano evidenze scientifiche dietro la necessità di eliminare definitivamente l’uso dei combustibili fossili”.
L’atmosfera, all’indomani dell’articolo, è cambiata, mentre si continua a parlare del mancato raggiungimento dell’accordo di Parigi e dei mancati impegni da parte di diversi Paesi.
Fra le novità, invece, la prima volta di uno spazio ad hoc per le rappresentanze religiose. Il Faith Pavilion, da alcuni considerato uno spazio più di passerella che di sostanza, è tuttavia un segno di riconoscimento per le comunità di fede. È stato inaugurato alla presenza di un centinaio di rappresentanti delle religioni mondiali.
“Un altro aspetto molto importante di questa COP – ha detto ancora Abra – è il fatto che c’è stata una giornata dedicata alla salute. Non era mai capitato nelle altre edizioni. Delineare delle strategie di implementazione su questa tematica è certamente un aspetto positivo”.
Ha proseguito inoltre l’attivista: “Si sta anche parlando di dialogo intergenerazionale. Alcuni membri di Climate YES sono presenti a Dubai e hanno così portato la nostra voce di giovani. È vero, su alcuni punti la COP è un po’ in stallo, perché purtroppo le conversazioni attorno a questo ‘bilancio climatico’ non stanno andando come dovrebbero. C’è stato entusiasmo all’inizio, però purtroppo non si stanno facendo i passi che ci si aspettava. Speriamo che i prossimi giorni portino a ulteriori sviluppi”.
Un po’ di numeri
(dati tratti dai report dello Youth delegate per l’Italia Giacomo Di Capua, per Osservatorio Parigi – corrispondente da Dubai)
COP28: Aggiornamenti Live da Dubai (Week 1) – HubZine Italia
30,000 ingressi registrati nella giornata del 1 Dicembre (su 80,000 partecipanti registrati) secondo la presidenza COP28. Le stime dell’UNFCCC si fermano invece sui 70,000 partecipanti registrati.
Hanno presenziato all’apertura 126 capi di stato.
Parole chiave e temi:
Green Climate Fund e investimenti. Stocktake. Energia. Global Decarbonization Accelerator per catalizzare investimenti nella duplicazione dell’efficientamento energetico e triplicazione del contributo di fonti RES al mix energetico globale entro il 2030.
Nota dolente per la Stampa.
Scrive Di Capua: “L’accesso è limitato in dimensioni mai viste. Alla conferenza stampa di lunedì con la presidenza COP28 sono riusciti a partecipare meno di 20 membri della stampa, tra cui Osservatorio Parigi, a causa di restrizioni nell’accesso a determinate location all’interno dell’Expo per i membri della Stampa. Giornalisti del Guardian e AP hanno reso pubblico tale problema con preoccupazione, e il team Media & Comms di UNFCCC ha dichiarato oggi di ‘aver risolto prontamente’ i problemi di accesso”.
Per saperne di più leggi anche lo speciale COP28 del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC).
Care for creation and climate justice | World Council of Churches (oikoumene.org)