Libertà di culto delle chiese pentecostali

Il pastore Alfredo Giannini. Un frame dal video dell'incontro nazionale sul percorso storico delle libertà di culto delle chiese evangeliche pentecostali, 17 febbraio 2024

Roma (NEV), 19 febbraio 2024 – Si è tenuto lo scorso 17 febbraio a Cosenza l’incontro nazionale dal titolo “Il percorso storico delle libertà di culto delle chiese evangeliche pentecostali”. All’incontro hanno partecipato pastori da tutta Italia, studenti dell’Università degli studi della Calabria e diverse rappresentanze istituzionali.

Abbiamo chiesto un commento al pastore Alfredo Giannini, presidente della Federazione delle chiese pentecostali (FCP).

“La conferenza è andata molto bene e ha registrato una ampia e attiva partecipazione – ha dichiarato Giannini –.  Ci ha fatto molto piacere la presenza di varie autorità civili, e fra queste in particolare quella di Domenico Frammartino, presidente della Commissione Cultura ed affari di Culto del Comune di Cosenza, che si è impegnato ad essere a nostro fianco per una norma che disciplini le libertà di culto nel nostro Paese. Tutti i partecipanti hanno dato un contributo importante”. Giannini, che è stato in due Commissioni camerali (quella di Zaccagnini e quella di Violante), ha ricordato che molti documenti per una legge quadro sulla libertà religiosa sono rimasti chiusi in un cassetto.

Chiese pentecostali e diritto di rappresentanza

Tre i principali relatori, fra cui lo stesso Gianni, per affrontare da diversi punti di vista il tema del diritto di rappresentanza. Cristiano D’Ottavio, responsabile della formazione ministeriale nelle chiese pentecostali e del Centro studi teologici della Chiesa apostolica in Italia, è intervenuto con una relazione dal titolo: “L’importanza della cultura evangelica. Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza”. Carmine Napolitano, preside della Facoltà Pentecostale di teologia, ha parlato del “Percorso storico delle libertà religiose. Chi siamo, da dove veniamo, dove stiamo andando”.

La relazione di Giannini si è concentrata sull’importanza della rappresentanza delle Chiese evangeliche pentecostali. Il pastore ha parlato, fra l’altro, di come si è evoluto nel tempo il rapporto Stato-confessioni religiosi. Fino al 1978, ad esempio, per partecipare ai concorsi pubblici bisognava ancora dichiarare l’appartenenza religiosa. Il superamento di quella richiesta come “requisito essenziale”, secondo Giannini, stabilisce uno dei momenti fondamentali verso la laicità ed è anche qui che si potrebbe collocare una tappa per l’indipendenza dello Stato dalla chiesa cattolica.

“Chiese di seria A e chiese di serie B”

Aldilà delle considerazioni normative, ha detto Giannini, “Oggi ci sono ancora chiese di serie A, chiese di serie B e poi altre chiese. Le prime sono quelle che hanno firmato un’Intesa con lo Stato (pioniera fra esse è la chiesa valdese, vedi qui la scheda nev, ndr). Le seconde sono quelle che non hanno raggiunto l’obiettivo delle Intese, ma attraverso il dialogo e specifiche rappresentanze hanno ottenuto un decreto che ha conferito loro personalità giuridica. Ciò ha effetti positivi, ma parziali (ad esempio queste chiese possono aver riconosciuti i ministri di culto, e il decreto dà il mandato di svolgere le loro funzioni e di essere iscritti a ruolo, tuttavia solo su territori limitati).

Infine, c’è un arcipelago di chiese in una sorta di ‘limbo’. Sono chiese che non hanno nessun tipo di dialogo e vivono secondo i loro ordinamenti. Sono chiese che vivono liberamente la loro confessione di fede, ma non sono riconosciute e, in qualche modo, sono ‘inesistenti’ e considerate come raggruppamenti passibili di illeciti amministrativi (per quanto riguarda locali, offerte, ministri) se non addirittura illegali. Ci si trova quindi in una condizione di distonia e diseguaglianza”. Giannini ha sottolineato inoltre la forte presenza e crescita delle chiese pentecostali, che sono accomunate dal richiamo costante all’azione dello spirito. Concetto richiamato anche da Carmine Napolitano, che ha parlato di “mondo pentecostale” come di “una rete di reti, una presenza cristiana come testimonianza a annuncio vitale nel cristianesimo globale, caso quasi unico nella storia. Siamo di fronte a una pentecostalizzazione del cristianesimo, capace di contestualizzarsi in modi diversi in tutti i continenti”.

Il 17 febbraio

La data scelta per il convegno non è stata casuale. Questa, infatti, è considerata la giornata della libertà di coscienza, di pensiero e di religione. È la ricorrenza del 17 febbraio 1848, quando re Carlo Alberto concesse con le Lettere Patenti i diritti civili ai valdesi e, poco dopo, agli ebrei. Quest’anno peraltro si festeggiano gli 850 anni del movimento di Valdo di Lione.

L’incontro nazionale pentecostale ha visto diversi momenti, fra cui un laboratorio con domande e risposte, la festa del libro pentecostale, la passeggiata biblica-storica-letteraria nella zona antica di Cosenza, il concerto del Bethel Gospel Choir sull’importanza della musica gospel nella cultura evangelica. Sul canale Youtube della Chiesa Bethel di Cosenza sono disponibili le registrazioni dell’intera giornata. Qui sotto, due momenti significativi.