A 40 anni dalla morte di Enrico Berlinguer

Le reazioni del mondo evangelico alla morte del leader del PCI, nel 1984, riportate dall'Agenzia stampa Nev.

Roma (NEV), 11 giugno 2024 – “Profonda commozione” per la morte di Enrico Berlinguer. La espressero, quarant’anni fa, le chiese protestanti italiane. La notizia fu riportata da un lancio dell’Agenzia stampa NEV, datato 5 luglio 1984, a pochi giorni dall’11 giugno, giorno in cui il leader del PCI si accasciò durante un comizio a Padova. “In due diverse occasioni – si legge nel testo del lancio di agenzia – il moderatore della Tavola valdese (di allora, ndr) Giorgio Bouchard ed il presidente dell’opera metodista Sergio Aquilante hanno ricordato l’incontro avuto con il segretario del partito comunista due anni fa (1982, ndr) in relazione alla trattativa per l’Intesa tra lo stato e le chiese valdesi e metodiste, da lui seguita con interesse e partecipazione”.

Il pastore Aquilante, inoltre, dalle pagine dell’allora settimanale delle chiese protestanti, La luce, oggi Riforma, ricordò poi il rigore e “la sua concezione alta della politica”. “Anche in questa nostra Italia dalle tante miserie – scrisse Aquilante – della politica intesa esclusivamente come gioco del potere, c’è chi è riuscito a viversi e operare in modo diverso. E noi non possiamo non essere interessati a queste esperienze di ‘diversità’ e ‘novità’ e a confrontarci con esse”.

Oggi, tra le tante iniziative di commemorazione, anche le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:

“Quarant’anni or sono moriva Enrico Berlinguer, personalità politica stimata e popolare, capace di scelte coraggiose, che hanno rafforzato le basi della Repubblica e consolidato la crescita democratica del Paese. Berlinguer è stato leader del movimento comunista italiano in un decennio particolarmente difficile che lo vide impegnato a difendere la Costituzione e la vita democratica da attacchi eversivi e dagli assalti del terrorismo. L’assillo della pace e della cooperazione internazionale lo condusse a proporre percorsi e scelte sempre più autonomi, nell’interesse del popolo. Il suo contributo, ideale e culturale, ha concorso ad associare i lavoratori che si riconoscevano nel PCI a quel cammino di integrazione europea che l’Italia è stata capace di percorrere da protagonista”.