#LiveTheBorder. Leoluca Orlando: scegliere la propria identità è il supremo atto di libertà

Visita a sorpresa del sindaco di Palermo durante i lavori della Conferenza internazionale “Vivere e testimoniare la frontiera”. Domani i partecipanti, che provengono da tutta Europa e dagli USA, saranno ospiti a Villa Niscemi presso la sala comunale

Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, con il libro di disegni di Francesco Piobbichi

Palermo (NEV), 1 ottobre 2017 – “I migranti, anche se preferirei parlare di mobilità internazionale che è il più grande progetto per il futuro, sono per noi un richiamo forte al rispetto della persona umana” ha affermato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, intervenuto poco fa al Convegno internazionale organizzato da Mediterranean Hope (MH), programma Rifugiati e Migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), in corso presso il Centro diaconale La Noce del capoluogo siciliano.

“Quando un giornalista mi chiede quanti migranti ci sono a Palermo io rispondo ‘nessuno’, perché chi arriva qui e sceglie di stare qui diventa palermitano – ha proseguito Orlando -. Ben venga un medico libanese che ‘ruba il lavoro’ a un medico palermitano incompetente e raccomandato da un politico clientelare. I migranti ci ricordano l’importanza del lavoro, e dell’identità. Cos’è l’identità? L’identità è l’atto supremo di libertà, è una scelta.  Cos’è la patria? La patria è quella che uno sceglie. L’approccio esclusivamente umanitario o securitario, sono perversioni, per questo nella ‘Carta di Palermo’ abbiamo abolito il permesso di soggiorno. Quello che dobbiamo recuperare è l’identità umana”.

Luca Maria Negro, Leoluca Orlando, Eugenio Bernardini

Salutando il sindaco, il presidente della FCEI, pastore Luca Maria Negro, ha dichiarato: “Vorremmo che il Mediterraneo tornasse a essere ‘mare nostrum’ e non più un mare di filo spinato” e gli ha donato una copia del libro con le opere di Francesco Piobbichi, disegnatore e operatore di MH. Il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, appena giunto a Palermo, che ha detto: “Un fatto è la nascita, la tradizione, le radici, la cultura, ma poi c’è una chiamata, una vocazione. Se è vero che nasciamo tutti esseri umani, il punto è diventare umani, tornare umani, un grande traguardo per tutti”.

Francesco Piobbichi e Leoluca Orlando

Domani i partecipanti al convegno, che sono esponenti di chiese e organismi ecumenici provenienti da numerosi paesi europei e dagli Stati Uniti, saranno ospiti in sala comunale per tutto il giorno a Villa Niscemi per una sessione speciale della conferenza “Vivere e testimoniare la frontiera”. L’inizio dei lavori è previsto alle 9.30 con i saluti istituzionali dell’Assessore alle politiche sociali Giuseppe Mattina e proseguirà con tre momenti di approfondimento. “La frontiera nel ventunesimo secolo”, incontro con lo storico Valerio Calzolaio, il sociologo Maurizio Ambrosini e il giurista Fulvio Vassallo Paleologo e, nel pomeriggio, “Narrare il confine”, con Francesco Piobbichi e i giornalisti Nancy Porsia e Giacomo Zandonini, per concludersi alle 17 con “Migrazioni, diritti umani e buone prassi”, focus con Jean Fontanieu, segretario generale della Federazione protestante di mutuo soccorso (FEP) in Francia; Doris Peschke, segretaria generale della Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME); cardinale Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento e presidente della CARITAS italiana; Paolo Naso, politologo e coordinatore di FCEI/MH.

Martedì, a Lampedusa, la cerimonia ecumenica per commemorare le 368 vittime, bambini, donne e uomini morti in mare il 3 ottobre di quattro anni fa nel tristemente noto “naufragio di Lampedusa”.