La XVIII legislatura annovera due parlamentari di fede evangelica

Roma (NEV), 11 aprile 2018 – Due sono i parlamentari di fede evangelica della XVIII legislatura della Repubblica italiana. Eletti lo scorso 4 marzo, si tratta di Lucio Malan, valdese, rieletto al Senato con Forza Italia, e di Raffaele Bruno, battista, neo eletto del Movimento 5 stelle alla Camera.

Il primo, politico di lungo corso, è di Luserna San Giovanni (TO) nelle cosiddette “Valli valdesi” del Piemonte, mentre il secondo è di Napoli, eletto nel collegio di San Lorenzo, biologo, nonché attore e autore teatrale.

A Riforma.it Raffaele Bruno ha dichiarato: “Il mio percorso è contaminato moltissimo dalla fede: credo che il mio modo di intendere il teatro, al servizio degli altri, sia una sintesi fra la mia passione e la mia fede, e credo che una parte arricchisca l’altra in nome di quella cosa bellissima che si chiama vocazione. Il teatro è un luogo dell’anima, in cui le persone si incontrano, lavorano insieme, abbattono pregiudizi e differenze”. Ancora da definire il futuro ruolo in Parlamento: “è troppo presto, intanto c’è da imparare un mestiere nuovo, al quale spero di approcciarmi con garbo e passione. Non posso che dire pregate per me!”.

Lucio Malan, che nelle scorse legislature si è speso a favore della libertà religiosa, a Riforma.it ha assicurato che “è fondamentale trovare una soluzione condivisa in materia: serve una legge quadro che superi intanto le norme relative ai ‘culti ammessi’ datate addirittura 1929 e 1930. Leggi che varie sentenze del Consiglio di Stato hanno reso ancora peggiori. Si pensi ad esempio al riconoscimento di autorità giuridica di una nuova chiesa, possibile oggi solo di fronte alla presenza di almeno 500 fedeli, o si pensi ai paletti imposti alla costruzione di nuovi edifici di culto, che non fanno altro che obbligare molte persone a riunirsi in situazioni di disagio, magari semi clandestine, non aiutando in certi casi la riconoscibilità delle persone e delle attività svolte in questi siti. Servono al contempo linee guida valide per tutte le confessioni che hanno le Intese con lo Stato, e si deve cercare in qualche maniera di portare alle Intese anche chi oggi non le ha”.