Sud Sudan. Allarme della FLM per la crescente vulnerabilità della popolazione civile

Roma (NEV), 30 aprile 2014 – La Federazione luterana mondiale (FLM) ha lanciato un allarme per la crescente vulnerabilità della popolazione civile e la riduzione degli accessi umanitari in Sud Sudan. Una situazione che sta rapidamente peggiorando, dopo la serie di omicidi mirati verificatisi nella capitale Bentiu e l’attacco alla base delle Nazioni Unite a Bor.

La FLM fa appello alla comunità internazionale affinché imponga ai gruppi contrapposti il rispetto degli accordi di cessate il fuoco stipulati lo scorso gennaio. “Il rischio è che l’intensificarsi del conflitto destabilizzi l’intera regione provocando una crisi umanitaria dalle proporzioni inimmaginabili – ha dichiarato il pastore Eberhard Hitzler, direttore del Dipartimento per il servizio mondiale della FLM -. Il fatto che entrambe le parti non abbiano per nulla rinunciato a una soluzione militare del conflitto può solo scoraggiare ogni piccolo segno di speranza”.

La FLM continua a collaborare con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e con l’agenzia umanitaria ecumenica Action by Churches Together (ACT) Alliance nell’accoglienza e assistenza dei profughi. Rispetto allo scorso dicembre, quando i luterani mondiali erano stati costretti per motivi di sicurezza a ridurre il proprio staff sul territorio, oggi le forze della FLM sono tornate a pieno regime e garantiscono la loro presenza anche in zone periferiche del paese. La situazione dei rifugiati è particolarmente difficile in quanto il loro numero specialmente dallo corso aprile, è in rapido aumento. Si calcola che fino ad oggi gli sfollati all’interno del paese ammontino quasi ad un milione di persone, mentre altre 289mila persone hanno trovato rifugio in Etiopia, Kenya e Uganda.