Migrazioni. Casa delle culture di Scicli, luogo di aggregazione della cittadinanza

Scicli, Ragusa (NEV), 18 marzo 2015 – Concerti, proiezioni di film, rappresentazioni teatrali, mostre, flash mob, giochi di gruppo, convegni e dibattiti: la Casa delle culture di Scicli (RG), tassello del più ampio progetto Mediterranean Hope della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), da quando ha aperto i battenti a metà dicembre dell’anno scorso, è diventata un importante luogo di aggregazione della cittadinanza. A metà tra centro di accoglienza per migranti particolarmente vulnerabili – attualmente ospita dodici tra ragazzi non accompagnati e mamme sole con neonati -, e a metà luogo di intercultura e integrazione, la Casa delle culture, coordinata da Giovanna Scifo, sta riscontrando importanti riconoscimenti.

Solo ieri e oggi ha registrato il tutto esaurito per il Convegno “Cosa ci insegna il Mediterraneo“, promosso dalla FCEI in collaborazione con la rivista Limes e il Centro Studi Medì, mentre ieri sera – davanti agli ospiti della Casa (ivoriani, eritrei, somali, nigeriani, bengalesi), ai partecipanti al Convegno, arrivati anche dall’estero per seguire i lavori, e agli sciclitani – si è esibito il musicista rom Santino Spinelli.

Lunedì scorso un gruppo di studenti della prestigiosa università americana di Siracusa – l’Arcadia University Mediterranean Center for Arts and Sciences – interessati al fenomeno migratorio ha visitato la Casa incontrando anche gli operatori sociali. Il prossimo 22 marzo invece, si terrà un concerto del “cantattore” lampedusano Giacomo Sferlazzo. “È vero, siamo qui da soli 3 mesi, eppure siamo già un punto di riferimento culturale, formativo, educativo e ricreativo non solo per i ragazzi migranti che ospitiamo, ma anche per la cittadinanza – afferma Giovanna Scifo, che insieme all’equipe di operatori sociali e volontari manda avanti l’organizzazione -. Non ce l’aspettavamo, anche perché agli inizi c’è stata qualche ritrosia da parte di alcuni sulla natura di questo progetto. Molto rapidamente abbiamo conquistato i cuori degli sciclitani, tanto che a capodanno abbiamo aperto la Casa ed è stato un successo: si è riempita di bambini, famiglie, giovani. Noi crediamo che l’integrazione dei migranti presupponga il concorso della popolazione locale, ed è quello che stiamo sperimentando. Per esempio, una squadra di calcio di Scicli ha accolto gioiosamente e sportivamente i nostri ragazzi, che ora si allenano regolarmente. Il nostro operatore sociale antropologo è stato nelle scuole per raccontare le culture di origine dei nostri ospiti. Tra breve nella chiesa metodista di Scicli celebreremo il battesimo della piccola Ester Sara, nata a Modica tre mesi fa da una richiedente asilo ivoriana; evento al quale già diverse persone del posto hanno chiesto di poter essere presenti”, conclude Scifo.

La vocazione della Casa delle culture, ubicata nel centro storico di Scicli, si colloca nel quadro degli obiettivi del progetto della FCEI Mediterranean Hope, composto anche da un osservatorio sul fenomeno migratorio a Lampedusa. Il progetto, finanziato dall’otto per mille valdese e da alcune chiese europee, intende intrecciare l’azione pratica di accoglienza all’analisi della realtà migratoria e all’azione politica a sostegno dei diritti dei migranti.