Roma (NEV/Riforma.it), 13 maggio 2015 – Lo scorso 11 maggio a Roma, presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, si è svolto il convegno dal titolo “Europa e cultura europea: le religioni come sistemi educativi”, per lanciare un progetto triennale promosso dall’Istituto di psicologia interculturale Onlus e sostenuto dal master in Religioni e Mediazione culturale della Sapienza – Università di Roma, dall’Unione delle comunità ebraiche italiane (UCEI), dalla Comunità ebraica di Roma e dal centro culturale Il Pitigliani. “Il progetto – ha dichiarato all’Agenzia stampa NEV la promotrice dell’iniziativa, professoressa Antonella Castelnuovo – intende analizzare gli strumenti educativi trasmessi dalle religioni storicamente presenti in Europa, al fine di creare una maggiore consapevolezza intorno alle matrici culturali che hanno contribuito alla formazione dell’identità europea, supportando il cammino verso l’integrazione e la convivenza religiosa”.
All’incontro erano presenti rappresentanti del mondo delle religioni in Italia, docenti universitari, giornalisti. Tra i temi affrontati: “La proposta di legge per l’attuazione della libertà religiosa” (Valdo Spini), “Il diritto all’educazione e alla cultura religiosa in Europa” (Marco Ventura), “Mass Media e religioni: l’alfabeto della comunicazione” (Claudio Paravati), “Leggere per crescere – L’esperienza di DafDaf, il giornale ebraico per bambini” (Guido Vitale), “Formazione sulle religioni vs. analfabetismo religioso: il ruolo dell’Università” (Alessandro Saggioro). L’iniziativa proporrà un ciclo di seminari con cadenza annuale, nel 2015 si tratterà l’ebraismo, nel 2016 e nel 2017 il cristianesimo e l’islam. “Che la pedagogia abbia a che fare con la tecnologia, e quindi anche col mondo dell’informazione di massa, è cosa riconosciuta da tempo – ha dichiarato Claudio Paravati, direttore di Confronti -: se Popper già decenni fa scriveva ‘Cattiva maestra televisione’, oggi la tecnologia dell’informazione prosegue verso la direzione della pervasività, in ogni istante della vita, mettendo in questione la nozione stessa di ‘accesso’ all’informazione: è l’informazione che accede continuamente al soggetto, non più il contrario. In questo quadro torna all’ordine del giorno la questione pedagogica: trovare una via per tornare alla responsabilità dell’informazione e dell’uso delle parole”. Gli obiettivi del progetto sono dunque orientati a potenziare i processi educativi, la convivenza multietnica e multiculturale tra soggetti autoctoni e nuovi immigrati: “Non è un percorso spontaneo – ha concluso la professoressa Castelnuovo – ma richiede inevitabilmente delle trasformazioni conoscitive in tutti i membri della società”.