Corridoi umanitari. Aquilante: “Risultati soddisfacenti. Ma servono decisioni politiche”

Roma (NEV), 27 maggio 2015 – A conclusione della missione in Marocco dal 20 al 27 maggio, il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Massimo Aquilante, traccia il bilancio di questa esperienza.

“La missione ha dato i frutti sperati – ha commentato al rientro in Italia il presidente Aquilante –. Associazioni e istituzioni marocchine ci incoraggiano a procedere, così, come l’ACNUR e la nostra Ambasciata. Con questo, le verifiche preliminari sono concluse e nel corso dell’estate contiamo di insediare un gruppo operativo a Tangeri, in stretta connessione con la Diocesi locale. Questo ‘desk’ avrà la funzione di raccogliere e istruire le domande di visto per protezione umanitaria la cui concessione dipende però da una decisione politica per la quale stiamo lavorando con tutte le nostre forze. Abbiamo già attivato contatti con il Ministero dell’Interno e degli Affari Esteri, raccogliendo espressioni di interesse che però non si sono ancora tradotte in una decisione politica e operativa. Per rafforzare la nostra richiesta, stiamo pianificando degli incontri con le autorità della UE per spiegare le finalità e le modalità in cui realizzare questa ‘buona pratica’. In tutto questo ci conforta il grande sostegno che stiamo ricevendo da varie chiese europee, in particolare tedesche, austriache e olandesi. E’ il segnale di un’altra Europa che sa ragionare di immigrazione anche in termini di diritti umani e di solidarietà”.

Il progetto “corridoi umanitari” è promosso e realizzato dalla FCEI nell’ambito del suo programma “Mediterranean Hope”, e dalla Comunità di Sant’Egidio.

Il progetto Mediterranean Hope, avviato un anno fa, comprende un Osservatorio sulle migrazioni mediterranee a Lampedusa, il centro di Accoglienza Casa delle culture a Scicli (RG), e un “relocation desk” per l’accompagnamento dei migranti nel loro percorso di inserimento in Italia o in altri paesi europei. I fondi necessari a sviluppare il progetto “corridoi umanitari” sono stati garantiti in larga misura dall’8 per mille della Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi); altri contributi provengono dalla Comunità di Sant’Egidio e da varie chiese estere.