Roma (NEV), 21 ottobre 2015 – “Cristiani e musulmani: dall’accoglienza alla convivenza pacifica” è il tema scelto quest’anno per la consueta Giornata nazionale del dialogo cristiano-islamico 2015 che vedrà incontri, dibattiti, conferenze, momenti di preghiera comune e visite a luoghi di culto cristiani e moschee sparsi sul territorio italiano. L’appello redatto dai promotori recita: “Cristiani e musulmani, lo diciamo da sempre, hanno profonde radici comuni. Già lo scorso anno ne abbiamo indicate due, quelle della misericordia e della compassione. Islam e cristianesimo sono religioni di pace. E per costruire un mondo di pace c’è bisogno che le due religioni mondiali maggioritarie sappiano riscoprire le comuni radici di pace in tutte le loro molteplici declinazioni. Quest’anno vogliamo indicare alle comunità cristiane quelle dell’accoglienza dello straniero, del rifugiato, dell’aiuto ai poveri, agli ultimi della società, per costruire la convivenza pacifica”. La giornata sarà lanciata a Roma, il 27 ottobre alle 16, presso la Facoltà valdese di teologia con un incontro al quale prenderanno parte: Anna Nardini della Presidenza del Consiglio e Giovanna Iurato del Ministero dell’Interno insieme a Letizia Tomassone (FCEI), Izzeddin Elzin (UCOII), Cristiano Bettega (CEI), Omar Camilletti (Grande Moschea di Roma), Chiara Ferrero (COREIS), Marianita Montresor (SAE), Giovanni Sarubbi (Il Dialogo), Luigi De Salvia (Religioni per la pace), Roberto Catalano (Movimento dei Focolari), Massimo Cozzolino (Confederazione islamica italiana) e Cenap Aydin (Istituto Tevere), moderati da Claudio Paravati, direttore della rivista interreligiosa Confronti che ha promosso l’appuntamento.
“La Giornata fu ideata nel 2001 – ricorda Paravati –, all’indomani della strage dell’11 settembre, come iniziativa tesa a contrastare il clima di incomprensione e contrapposizione tra musulmani e cristiani. Da allora, ogni anno, numerosi eventi vengono promossi in tutta Italia. Il tema scelto quest’anno ‘dall’accoglienza alla convivenza pacifica’ intende far emergere le buone pratiche messe in atto in tutti questi anni, pratiche che devono necessariamente passare attraverso binari paralleli: il dialogo istituzionale e quello delle comunità di fede in dialogo con la società civile”.