Arrivata con il primo corridoio umanitario la piccola profuga siriana Falak con tutta la famiglia

Presidente FCEI: “Oggi si scrive una pagina importante dell'Europa dell'accoglienza”

A destra la mamma di Falak, Yasmin, appena arrivata a Roma-Fiumicino (4 febbraio 2016)

Roma (NEV), 4 febbraio 2016 – Con un regolare volo di linea è giunta stamane a Fiumicino la prima famiglia beneficiaria dei “corridoi umanitari”, il progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), portato avanti in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio nel quadro del programma Mediterranean Hope (MH). Muniti di visto per motivi umanitari ottenuto dall’ambasciata italiana a Beirut, la famiglia siriana scappata da Homs verso il nord del Libano tre anni fa, è stata accolta all’aeroporto di Roma dalle delegazioni delle due organizzazioni.

Soddisfazione per l’operazione – la prima nel suo genere in Europa – è stata espressa dal presidente della FCEI, pastore Luca Maria Negro: “Oggi si scrive una pagina importante dell’Europa dell’accoglienza e della solidarietà. Con l’arrivo in tutta sicurezza della bambina Falak, gravemente malata, e della mamma, la FCEI e Sant’Egidio, grazie al sostegno della Tavola valdese, dimostrano che l’apertura di corridoi umanitari per fare fronte alla crisi migratoria di questi mesi, è uno strumento funzionale e sostenibile che speriamo possa essere utilizzato anche da parte di altri paesi dello spazio Schengen. Il risultato di oggi, infatti – conclude Negro – indica un modello di ‘sponsorizzazione umanitaria’ che sottrae rifugiati e profughi al traffico criminale degli scafisti e consente ingressi legali e verificati in Italia”.

Ad accogliere a Fiumicino la famiglia Al Hourani al completo – accompagnata dall’equipe congiunta di MH e Sant’Egidio che l’ha assistita già in Libano –  sono state per la FCEI, tra gli altri, la vicepresidente Christiane Groeben e la consigliera Maria Bonafede, pastora valdese e referente FCEI per le migrazioni. Presenti anche le operatrici MH del coordinamento accoglienza che per i bambini avevano approntato due zainetti, uno rosa l’altro blu, pieno zeppo di sorprese.

Il progetto è indirizzato a profughi particolarmente vulnerabili e bisognosi di cure come persone malate, donne incinte, bambini, disabili. Mediterranean Hope è un progetto finanziato in larga parte dall’otto per mille della Chiesa evangelica valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi). Tra i sostenitori del progetto figurano la Chiesa evangelica della Vestfalia (EKvW), la Chiesa riformata degli Stati Uniti, diverse comunità evangeliche in Italia, e singoli donatori in Italia e all’estero. E’ di questi giorni la notizia di una donazione da parte della Chiesa evangelica del Palatinato in Germania.

(Foto: NEV)