Roma (NEV), 3 febbraio 2016 – Si chiama la “Dichiarazione di Marrakech” ed è l’appello firmato da 250 illustri islamici lo scorso 27 gennaio nella città marocchina, frutto di quattro anni di lavoro dietro le quinte, e che ha per scopo quello di sviluppare una giurisprudenza islamica sul concetto di cittadinanza, che sia inclusiva di tutti i gruppi. Un documento che senz’altro segna un importante traguardo in tema di libertà religiosa nei paesi a maggioranza musulmana, come ha sottolineato in un comunicato stampa il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), il pastore Olav Fykse Tveit: “Si tratta di un testo più che mai opportuno che contiene un messaggio importante per tutti noi. Con questa dichiarazione – prosegue Tveit – leader musulmani indicano la strada verso un futuro di convivenza che si fonda su una piattaforma condivisa di uguali diritti, attenzione reciproca e rispetto”.
La “Dichiarazione di Marrakech” riprende la Carta di Medina, della quale quest’anno ricorrono i 1.400 anni della stipulazione, un contratto costituzionale tra il Profeta Muhammad e il popolo di Medina che garantiva la libertà religiosa per tutti, indipendentemente dalla fede. L’appello è rivolto specificatamente anche alle istituzioni educative per “una coraggiosa revisione dei programmi educativi, al fine di eliminare ogni argomento che istighi all’aggressione e all’estremismo, portando alla guerra e al caos”; ma è indirizzato anche ai politici perché “stabiliscano un contratto costituzionale tra i cittadini”. La “Dichiarazione di Marrakech” conclude affermando che è “inconcepibile usare la religione per colpire i diritti delle minoranze religiose in paesi musulmani”. La firma solenne del documento era preceduta da una conferenza internazionale, svoltasi a Marrakech dal 25 al 27 gennaio, che ha visto il coinvolgimento e la partecipazione attiva di ministri, muftì, accademici, studiosi e rappresentanti religiosi provenienti da tutto il mondo. Una 3 giorni patrocinata da re di Regno del Marocco, Mohammed VI, ede organizzata dal Ministero degli Affari Islamici del Marocco e dal Forum per la Promozione della pace nelle società musulmane (che ha sede negli Emirati Arabi Uniti) (http://www.marrakeshdeclaration.org).