Diaconia valdese: illegittima la prassi della Questura di Milano per il riconoscimento della protezione internazionale

La denuncia in un comunicato stampa redatto insieme all’Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione (ASGI), ad Avvocati per Niente Onlus (APN) e all’Associazione Naga

Roma (NEV), 15 giugno 2017 – La Diaconia valdese è tra gli enti che hanno denunciato come illegittima la prassi della Questura di Milano volta a limitare l’accesso alla procedura di riconoscimento della protezione internazionale.

In un comunicato stampa – sottoscritto insieme all’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI), ad Avvocati per niente Onlus (APN) e all’Associazione Naga – viene rilevato come anche a cittadini stranieri già presi in carico in strutture di accoglienza del territorio e convocati in Questura per il fotosegnalamento, “venga fatto compilare il cosiddetto ‘foglio notizie’, al fine di far dichiarare alla persona i motivi dell’arrivo in Italia e di valutare, in modo del tutto arbitrario, chi può accedere alla procedura e chi invece, ritenuto un migrante economico, deve essere allontanato dal territorio nazionale tramite notifica di un provvedimento di espulsione”.

“E’ esattamente quello che è successo ad almeno una delle persone accolte dalla Diaconia valdese – spiega Massimo Gnone, responsabile dell’Area migranti della Diaconia Valdese -. Nonostante fosse già inserita in un sistema di accoglienza per persone richiedenti protezione internazionale, si è vista consegnare, secondo una procedura del tutto illegittima, un foglio di espulsione”.

La competenza delle Questure riguarda infatti esclusivamente la ricezione della domanda di protezione internazionale. Sono invece le Commissioni territoriali ad esaminare la domanda di protezione internazionale. “Nessuna disposizione di legge consente quindi alle Questure di procedere ad una valutazione dell’ammissibilità della domanda di protezione internazionale”, ha ribadito Gnone.

“Per una struttura come la Diaconia valdese, lavorare con i rifugiati e i richiedenti asilo significa monitorare tutto il loro percorso affinché i loro diritti e la normativa venga rispettata. In questo senso, ci è sembrato opportuno far emergere la prassi illegittima della Questura di Milano”, ha concluso Gnone.