Linguaggio liturgico e fake news: la disinformazione colpisce la Chiesa di Svezia

L'insegna della Chiesa di Svezia

Roma (NEV), 27 novembre 2017 – Le fake news colpiscono anche la teologia. E’ quanto lamenta la Chiesa di Svezia per la disinformazione convogliata dai mass media sulla nuova raccolta di liturgie appena adottato dal Sinodo della chiesa luterana del paese scandinavo. “Sia in Svezia sia a livello internazionale i media hanno diffuso informazioni inesatte”, denuncia un comunicato ufficiale della chiesa.

La particolarità della nuova raccolta di liturgie è l’introduzione di un linguaggio più inclusivo e meno caratterizzato dal genere, soprattutto nel riferirsi a Dio. Questa novità è stata interpretata come una rinuncia da parte della Chiesa di Svezia di utilizzare espressioni tradizionali della fede, in cui Dio è caratterizzato con il genere maschile – come “Signore”, e i pronomi “egli, lui”.

Questo è falso, afferma il comunicato stampa della chiesa. “Certamente le espressioni tradizionali della fede cristiana rimangono nella nuova raccolta – spiega Sofija Pedersen Videke, presidente del Comitato liturgico -. Tuttavia, in alcune preghiere sono stati aggiunti dei termini di genere neutro per rivolgersi a Dio”.

Antje Jakelén

Si tratta dunque di un aggiungere, piuttosto che di un togliere, motivato teologicamente dal fatto che Dio non è né uomo né donna, è al di là delle determinazioni di genere”, come ha affermato la vescova Antje Jakelén, primate di Svezia.

Tra le altre novità, il termine Spirito santo è reso al femminile per restituire il senso di questa parola nell’originale ebraico che, appunto, è di genere femminile. Videke ha inoltre precisato che il pronome neutro “hen”, neologismo della lingua svedese contemporanea, non compare nei testi delle liturgie.

Sulla questione di un linguaggio religioso inclusivo, è intervenuto il quotidiano online Gaynews che ha sentito l’opinione del metodista Fabio Perrone secondo cui, dalla vicenda svedese si può trarre un invito pressante: “E’ giunto il momento – ha detto Perrone – di svincolare la nostra fede dal genere di Dio che è al di là del maschile e del femminile”.

Dello stesso parere il padre gesuita Paolo Gamberini, sempre sentito da Gaynews: “Per sua natura Dio è transessuale e transgender” perché “al di là di ogni genere“. Tuttavia, si interroga Gamberini, si tratta di trovare “linguaggi liturgici che possano dire l’ineffabile senza renderlo generico. La Chiesa di Svezia riuscirà a rendere non di genere ‘Dio’ Senza renderlo ‘generico’ ovvero ‘insipido’?” La domanda è più che pertinente.