Biotestamento. L’OK degli ospedali evangelici di Napoli e Genova

“Ogni disposizione legislativa che riaffermi la dignità e la solidarietà verso la persona che si confronta con l’eventualità del fine vita, nonché chiarisca le responsabilità e gli obblighi del medico curante, è accolta con favore”, si legge in una nota congiunta diffusa oggi

Roma (NEV), 15 gennaio 2018 – Due importanti ospedali evangelici della penisola, nella fattispecie quelli di Napoli e Genova, con un comunicato stampa congiunto tornano sulla legge del testamento biologico recentemente approvata. Le due strutture sanitarie – l’Ospedale Evangelico Betania di Napoli e l’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova – guardano alla disposizione che disciplina le Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento come ad “un segno tangibile di una cultura che valorizza la maggiore responsabilità nel rapporto tra medico e paziente e garantisce ulteriormente il rispetto dei diritti dei malati. In tale prospettiva, ogni disposizione legislativa che riaffermi la dignità e la solidarietà verso la persona che si confronta con l’eventualità del fine vita, nonché chiarisca le responsabilità e gli obblighi del medico curante, è accolta con favore”, si legge nella nota, che così prosegue: “I presidi ospedalieri evangelici sono tangibili espressioni di testimonianza delle chiese evangeliche, che amministrano delle strutture ospedaliere, fornendo prestazioni sanitarie al servizio della cittadinanza e mettendo sempre al centro la persona, senza distinzioni di sesso, razza, nazionalità, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni economiche”.

Nel sottolineare il proprio approccio alle questioni delicatissime del fine vita, i due ospedali precisano: “Come credenti evangelici, aperti alla condivisione dei propri convincimenti, ma contrari all’imposizione delle proprie convinzioni, riteniamo che la vita, nelle sue diverse fasi, anche quelle segnate dalla malattia, possa essere vissuta come un dono, al quale ci si deve rapportare responsabilmente, esercitando discernimento e libertà di scelta. Plaudiamo quindi ad una legge che permette di muoversi in tale prospettiva”.