Africa, la mia casa, il mio futuro. Donne di fede per il rinascimento africano

Si è tenuto dal 13 al 15 novembre a Washington DC, negli Stati Uniti, il summit delle donne panafricane dal titolo "African at Heart"

Foto AACC

Roma (NEV), 19 novembre 2019 – La rete ecumenica delle donne panafricane per l’empowerment (Pan African Women’s Ecumenical Empowerment Network  – PAWEEN) e l’Associazione delle donne panafricane in diaspora dell’Unione africana (PADWA) hanno partecipato all’incontro “African at Heart: 2019 Advocacy and Resource Summit”, dal 13 al 15 novembre scorsi a Washington DC, negli Stati Uniti, ospitati da Bread for the World.

Obiettivi del vertice: incoraggiare, coinvolgere ed educare le donne di fede panafricane su modi inclusivi, efficaci e sostenibili per rivedere la narrazione africana, o dei popoli di origine africana, attraverso la preghiera, la difesa, l’educazione e l’empowerment.

“Siamo Africani nel profondo del nostro cuore, e in quanto tali dovremmo cercare di abbracciare la nostra identità africana, cercare di promuovere il rinnovamento politico, economico e sociale del continente”, ha affermato Ann Kioi, responsabile per lo sviluppo e la raccolta fondi della Conferenza delle chiese di “All Africa” (AACC).

Nello spirito del panafricanismo e del Rinascimento africano, la legge costituzionale dell’Unione africana riconosce la diaspora africana come la sua sesta regione. Da questo contesto nasce l’Agenda 2063: “The Africa We Want”, l’Africa che vogliamo, un cambio di paradigma che unisce tutti gli africani e la diaspora  secondo la visione comune di un’Africa pacifica, integrata, prospera e politicamente unita entro il 2063. Principi molto vicini a quelli dell’AACC, che invita gli africani a essere “insieme per la vita, la pace, la giustizia e la dignità dell’umanità e dell’intero ecosistema”.

Le partecipanti hanno fra l’altro visitato tre luoghi della memoria in una sorta di pellegrinaggio: presso il “National African American Museum” in ricordo dei 400 anni dal primo viaggio transatlantico forzato dei popoli africani ridotti in schiavitù, sulle sponde del fiume Potomac; presso la casa di Frederick Douglass nel quartiere di Anacostia per ricordarne la schiavitù e il grido di libertà e di emancipazione; infine presso il monumento a Martin Luther King. Ann Kioi ha guidato preghiere silenziose leggendo il brano biblico di Galati 3:28 “Non c’è qui né Giudeo né Greco; non c’è né schiavo né libero; non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”.

Le donne panafricane sono presenti nel numero speciale di “The Ecumenical Review”, il trimestrale del Consiglio ecumenico delle chiese, dove in una sorta di diario si delinea la visione di un’educazione teologica globale inclusiva.  A partire dall’eredità delle educatrici teologiche, le donne mettono in relazione la narrazione biblica con storie femminili panafricane, interrogandosi sul passato e tracciando un percorso verso il futuro dell’educazione teologica. Ann Kioi ha esortato le sorelle panafricane a unirsi alla campagna AACC sull’appartenenza africana il cui tema è “l’Africa, la mia casa, il mio futuro”.