A Scicli un patto di solidarietà diffusa

Anche la Casa delle culture, una delle strutture operative del progetto Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della FCEI, ha aderito a questo impegno lanciato dal Comune del ragusano per "promuovere una società inclusiva e ridurre il numero di persone in stato di marginalità"

Scicli (NEV), 27 maggio 2020 – Un patto di solidarietà diffusa per la promozione di una società aperta e inclusiva. E’ stato siglato questa mattina a Scicli dal Comune della cittadina del ragusano insieme alle realtà impegnate sul territorio per i diritti e la tutela delle persone più vulnerabili. Non poteva quindi mancare la Casa delle culture, che fa parte del programma migranti e rifugiati della FCEI, Mediterranean Hope, e che è uno dei promotori del patto in occasione di una conferenza stampa, oggi, in cui si è ufficializzato l’accordo. All’incontro ha preso parte Giovanna Scifo, coordinatrice della struttura sciclitana: “Tutte le associazioni e le realtà aderenti faranno la loro parte. in primo luogo – dichiara – cercheremo di rilevare i bisogni della popolazione in questa fase 2, tutt’altro che facile. Cerchiamo di essere mediatori e facilitatori rispetto agli aiuti e agli aspetti burocratici per accedervi. Non solo per le famiglie più fragili ma anche per il turismo e l’ambiente, così importanti per il nostro territorio. Con questo patto vogliamo strutturare una rete ancora più efficace sul territorio, che faccia prossimità, di questo ha bisogno la società sciclitana: di persone che aiutino persone”. Oltre alla Casa delle culture, hanno firmato il “patto solidale” la Casa della donna di Scicli, Cgil Scicli, Auser Scicli, l’Opera diaconale metodista della stessa cittadina, Sem – Spazi espressivi monumentali.

“L’emergenza causata dalla pandemia di Covid 19 – si legge nel testo siglato dall’amministrazione comunale e dalle associazioni – sta causando una grave crisi economica e sociale in quanto, oltre ad aver aggravato le condizioni di precarietà di nuclei familiari già in difficoltà, sta interessando nuove categorie di nuclei familiari,finora non coinvolte negli ordinari circuiti assistenziali”. Per i firmatari dell’accordo solidale “ttutti i cittadini, italiani e non, hanno necessità di una rete solidale più estesa e forte volta a sostenere e promuovere una reale integrazione sociale, economica e culturale”.

Per tanto, è “necessario attivare un sistema di interventi per arginare e contrastare questa crisi eco- nomica e sociale, dando vita ad un “Patto di solidarietà diffusa”, che si avvalga dell’attività di enti n -profit e del terzo settore, associazioni sociali e di volontariato operanti sul territorio, al fine di incrociare le necessità manifestate dai cittadini con le offerte provenienti da aziende, associazioni e privati”. Di qui la decisione di costituire “un Tavolo permanente di confronto, fra i Servizi Sociali del Comune e le associazioni sociali e di volontariato presenti e disponibili sul territorio, che proceda a costituire una cabina di regia che abbia l’obiettivo di promuovere una società inclusiva e ridurre il numero di persone in stato di marginalità”.

I promotori dell’iniziativa si sono dunque impegnati a incrociare i bisogni dei soggetti più fragili con le disponibilità di aziende o altre realtà che vogliano o possano offrire “generi alimentari, prodotti per l’infanzia, prodotti per la pulizia e l’igiene personale, dispositivi sanitari di sicurezza e protezione individuale (guanti, mascherine, tute, disinfettanti,etc), dispositivi per il contrasto alla povertà educativa (computer, tablet, smartphone, libri), disponibilità a svolgere servizi di volontariato, disponibilità a svolgere servizi di consegna a domicilio, disponibilità a svolgere servizi di supporto per l’istruzione”.

Il Comune dal canto suo avrà cura di attivare il tavolo permanente e coordinarne i lavori, coordinare gli interventi attraverso la “cabina di regia” dei servizi sociali del Comune.