Il Covid blocca la scissione della Chiesa metodista Unita

La Chiesa metodista unita aveva scelto di dividersi in due in seguito alle divergenze sull'ordinazione pastorale di donne e uomini gay o lesbiche

Roma (NEV/Riforma.it) 9 giugno 2020 – Il sito web riforma.it analizza le conseguenze del rinvio della Conferenza generale della Chiesa metodista unita (UMC) che si sarebbe dovuta tenere nel maggio del 2020 è che è stata posticipata di un anno a causa dell’epidemia di coronavirus.

Nel febbraio del 2019 la Chiesa metodista unita, UMC, nata nel 1968 dall’unione fra Chiesa metodista episcopale degli Stati Uniti e l’Evangelical United Brethren Church, aveva votato per l’accettazione o meno di pastore e pastori Lgbtq al proprio interno. Con uno scarto minimo aveva vinto la mozione più conservatrice, Traditional Plan, mostrando una spaccatura in due parti della Chiesa.

La Conferenza generale che era prevista per maggio 2020 avrebbe dovuto sancire ufficialmente tale divisione, ma la crisi legata alla pandemia da Covid-19 ha costretto al rinvio di almeno un anno dell’appuntamento e ha così cristallizzato le posizioni dei ministri di culto gay e lesbiche, costretti a vivere ancora in una sorta di limbo prima di poter vedere ufficialmente riconosciuto il proprio ruolo.

Leggi su riforma.it l’intero articolo che racconta le storie di alcuni di loro e riferisce sul dibattito interno alla chiesa.