Comunicazione per la giustizia sociale nell’era digitale

Un simposio internazionale - sia in presenza che da remoto - dal 13 al 15 settembre, promosso dal Consiglio ecumenico (CEC) di Ginevra e dall’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (WACC), co-organizzato da Pane per tutti, Chiesa evangelica in Germania (EKD), Evangelische Mission Weltweit e dalla Federazione cristiana mondiale degli studenti (WSCF).

Philip Lee, segretario generale della World Association for Christian Communication (WACC). Photo: Albin Hillert/WCC

Roma (NEV), 23 agosto 2021 – “Le future sfide più importanti includono i modi in cui i governi e i loro servizi di sicurezza stanno adattando le tecnologie digitali alla sorveglianza e al controllo di massa. Ciò include la possibilità di connettere reti digitali a livello globale senza che le persone ne siano consapevoli. In altre parole, una quasi totale mancanza di trasparenza”. Con queste parole il segretario generale dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (WACC), Philip Lee, ha risposto a un’intervista pubblicata sul sito del Consiglio ecumenico delle chiese. Una riflessione ampia su un tema di stretta attualità: la comunicazione nell’era digitale. Questo stesso focus sarà al centro di un simposio internazionale – che si svolgerà sia in presenza a Berlino che da remoto – dal 13 al 15 settembre, promosso dal Consiglio ecumenico (CEC) di Ginevra e dall’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (WACC), co-organizzato da Pane per tutti, Chiesa evangelica in Germania (EKD), Evangelische Mission Weltweit e dalla Federazione cristiana mondiale degli studenti (WSCF).

“I diritti digitali sollevano questioni morali ed etiche che, se ignorate, possono diminuire il concetto di dignità umana” ha aggiunto il segretario generale della WACC, nell’intervista ripresa anche dal portale svizzero di informazione protestante Voce evangelica, in questo articolo. “La mia speranza – ha continuato Lee – è che i partecipanti al simposio arrivino a riconoscere e comprendere le complessità dell’era digitale e perseguano attivamente modi per affrontare squilibri e ingiustizie”.

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