Campagna per sostenere le giornaliste afghane

Appello dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana e della Global Alliance on Media and Gender per non spegnere le voci delle donne e per difendere i loro diritti umani in Afghanistan

“Truthtellers”, illustrazione di Shar Soroosh; Instagram: @sharsoroosh; www.sharsoroosh.com La mano di una giornalista, circondata da un'aura di luce e con in mano un microfono, con la scritta “مطبوعات” (Stampa). L’opera comunica l'importante ruolo che le giornaliste svolgono nel riportare la realtà in Afghanistan

Roma (NEV), 30 settembre 2021 – L’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (WACC) insieme alla Global Alliance on Media and Gender (GAMAG)* hanno lanciato una campagna di raccolta fondi per sostenere le giornaliste afgane.

“Lo spazio creato dalle giornaliste affinché le voci delle donne e dei gruppi emarginati possano essere ascoltate rischia di chiudere definitivamente – denunciano WACC e GAMAG –. Si stima che, solo ad agosto, il 95% delle giornaliste si sia licenziato o sia stato costretto a lasciare il lavoro. Ci sono colleghe che, continuando a lavorare, stanno cercando di fuggire”.

Le donazioni sosterranno le giornaliste rimaste in Afghanistan per continuare il loro lavoro e quelle che si sono trasferite. Obiettivo: permettere la segnalazione delle criticità e portarle all’attenzione della comunità internazionale.

La situazione è grave, scrivono le organizzazioni. I giornalisti ricevono minacce personali e contro le loro famiglie. “La situazione è peggiore per le giornaliste perché i talebani non approvano che le donne partecipino alla vita pubblica – sostiene GAMAG –. Molte giornaliste si sono occupate di culture locali, intrattenimento e arte. Argomenti considerati illegali dai talebani”.

La WACC e la GAMAG continuano a esercitare pressioni sui governi affinché rilascino visti e forniscano rifugio, stabilendo collegamenti con rappresentanti legali. “Il giornalismo indipendente è vitale per la vita democratica di tutte le società. Oggi, le giornaliste afghane hanno urgente bisogno di sostegno finanziario e morale. Serve mantenere una copertura equa ed equilibrata in questo momento difficile e pericoloso della storia del Paese. Per favore aiutateci.” ha dichiarato Philip Lee, Segretario Generale WACC.


Sicurezza a rischio

Il 17 agosto, la GAMAG ha rilasciato una dichiarazione in cui esortava i paesi membri delle Nazioni Unite a contribuire a garantire la sicurezza delle giornaliste. “Le giornaliste sono prese di mira non solo per aver esercitato il loro diritto umano di comunicare, ma anche per essere donne pioniere in una società altrimenti patriarcale – si legge nella dichiarazione –. Le giornaliste in Afghanistan sono attualmente maggiormente a rischio a causa del loro genere e, inoltre, per il loro giornalismo indipendente. Infatti, esse espongono le realtà di base in Afghanistan, comprese le violazioni dei diritti umani. Queste donne rischiano la morte, il rapimento, violenze sessuali. Rischiano inoltre che vengano loro sottratti i figli”.

*GAMAG è un’organizzazione internazionale non governativa formata da esponenti del giornalismo, del mondo accademico e della società civile.