Usa, “Black pastors matter”, I pastori neri contano

Grande manifestazione davanti alla sede del tribunale dove si sta svolgendo il processo contro gli imputati per l'omicidio del giovane afroamericano Ahmaud Arbery, freddato nel 2020 in Georgia, mentre faceva jogging. Un avvocato difensore ha chiesto di non far entrare in aula pastori neri. E nella giuria, composta da 12 persone, siede un solo cittadino nero. Il "razzismo sistemico" negli Usa continua...

Roma (NEV), 19 novembre 2021 – Centinaia di pastori si sono radunati e hanno pregato, ieri, davanti al tribunale dove si sta svolgendo il processo contro tre uomini bianchi accusati dell’omicidio di Ahmaud Arbery, 25enne ucciso in Georgia nel febbraio 2020, mentre faceva jogging.

Il raduno è nato in risposta alla richiesta di un avvocato difensore di “tenere i pastori neri fuori dall’aula”.

Tra i partecipanti alla manifestazione molti hanno esposto cartelli con la scritta “Black pastors matter, I pastori neri contano”, e alcuni indossavano magliette la foto di Arbery e l’hashtag #JusticeForAhmaud.

Tra loro anche uno dei figli del pastore battista Martin Luther King, Martin Luther King III, che ha definito il processo “una prova per l’intero sistema di giustizia americano”.

Come spiega in quest’articolo il quotidiano il manifesto, uno dei nodi del processo – uno dei tanti legati ai crimini d’odio contro la popolazione afroamericana – è anche la giuria: 12 persone, di cui un solo afroamericano e 11 bianchi. Impossibile, insomma, non leggere questa vicenda giudiziaria come l’ennesima pagina di un razzismo sistemico negli Usa, come lo ha definito Jim Winkler. Un problema ancora evidentemente non risolto né pacificato, dopo le manifestazioni e la nascita del movimento Black lives matter, e a distanza di quasi un anno dall’elezione di Joe Biden (che ha tra l’altro dichiarato, come si legge in questo suo tweet, che la famiglia di Arbery “merita giustizia”).

I tre imputati, l’ex poliziotto Gregory McMichael, 64 anni, il figlio Travis, 34, e un loro vicino William Bryan,intanto, si sono dichiarati non colpevoli e di aver ucciso Arbery sospettando fosse un ladro. Per i pubblici ministeri, invece, non c’è alcuna prova che l’uomo afroamericano ucciso in Georgia avesse commesso alcun crimine. Il processo è legato tra l’altro alla diffusione di un video fatto con uno smartphone in cui si vede la scena dell’omicidio, che smonta e smentisce la ricostruzione iniziale dei fatti, come riportati dagli imputati.


Per saperne di più: la ricostruzione della BBC sulla vicenda dell’omicidio di Arbery e il processo in corso; un articolo de Il post, dell’8 maggio 2020, sull’assassinio.

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