11 miliardi per il riarmo. Regali di Natale con carta mimetica

Nel 2021 un record italiano e industriale, con nuovi impegni e programmi di spese militari. Anche il trattato Italia-Francia sembra andare nella stessa direzione. Il commento amaro della Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia: “una spia ulteriore dello stato di sospensione della democrazia”

Immagine tratta da https://retepacedisarmo.org/export-armi/2023/10/rete-pace-disarmo-preoccupazione-per-proposte-di-modifica-a-legge-su-export-di-armi-si-rischia-di-mettere-gli-affari-armati-prima-dei-diritti/

Roma (NEV), 7 dicembre 2021 – Riceviamo e pubblichiamo il commento della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) sui programmi italiani di riarmo che prevedono investimenti miliardari. I dati vengono dall’Osservatorio sulle spese militari italiane (MIL€X).

Dal 30 novembre al 2 dicembre a Torino all’Oval Lingotto si è tenuta l’ottava edizione dell’Aerospace and Defence Meetings, fiera dell’industria aerospaziale bellica, una convention con fabbriche del settore, governi e organizzazioni internazionali, esponenti delle forze armate e compagnie di contractor. Alla scorsa edizione parteciparono 600 aziende, 1300 tra acquirenti e venditori, e rappresentanti di 30 governi. Il vero fulcro della convention sono gli incontri bilaterali per stringere accordi di cooperazione e vendita: nel 2019 ce ne furono oltre 7.500.

Settima nel mondo e quarta in Europa, con un giro d’affari di oltre 16.4 miliardi di euro, l’industria aerospaziale è un enorme business. In Piemonte ci sono: Leonardo, Avio Aero, Collins Aerospace, Thales Alenia Space, ALTEC. Producono cacciabombardieri, missili balistici, sistemi di controllo satellitare, elicotteri da combattimento, droni armati per azioni a distanza.

A sollevare una qualche rimostranza, solo uno sparuto aggregato di movimento perché la regione – e particolarmente Torino -, dai lavoratori, ai sindacati, alle amministrazioni, forse anche le chiese, è grata a queste aziende che portano quel lavoro che il settore automotive ha sottratto.

La GLAM, che fa parte dal 2019 della Rete disarmo, ora “Pace e disamo”, segue con attenzione non solo la crescita del peso economico degli armamenti in Italia nel bilancio dello Stato, ma anche lo strisciante cambio di prospettiva con cui è accompagnato, dalle missioni umanitarie che hanno giustificato la distruzione della Iugoslavia al quadro attuale in cui la Nato chiede impegni in vari teatri, prevalentemente nel Mediterraneo e nel sud Pacifico. Oltre a ciò, l’Italia si sta prestando a sostenere gli interessi della Francia. Da un lato nel Sahel e dall’altro nell’ipotesi di un esercito europeo da lei guidato.

Il Trattato tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Francese per una cooperazione bilaterale rafforzata (detto Trattato del Quirinale) riguarda particolarmente i settori industriale e culturale. Avviato nel 2018, è stato firmato il 26 novembre 2021 dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Ratificato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella (senza previa autorizzazione del Parlamento), è stato reso pubblico solo dopo la firma. Esso è preoccupante nei contenuti e, per la sua gestione, costituisce una spia ulteriore dello stato di sospensione della democrazia attuata dalla doppia emergenza per ragioni sanitarie (che dura da marzo 2020) e finanziaria, che giustificano e legittimano quanto accade anche grazie ad un progressivo sprofondamento della coscienza civica collettiva.

In questo Trattato tra due parti disequilibrate sul piano dei rapporti di forza, tra gli altri, nell’Art. 2 si dice che Italia e Francia si impegnano a “facilitare il transito e lo stazionamento delle forze armate dell’altra Parte sul proprio territorio”, senza specificare a quale scopo.

Si va dunque esplicitamente oltre allo shopping di aziende che la Francia sta attuando da tempo (fonte Refinitiv). Nel solo 2020 le operazioni aventi come target società italiane hanno totalizzato investimenti per complessivi 60,6 miliardi di dollari (+92%) finalizzate prevalentemente da operatori francesi (per 10,6 miliardi) – come anche Copasir aveva rilevato – seguiti a grande distanza (6,2 miliardi) dagli Stati Uniti.

Per andare al passo con i tempi potremmo avvolgere i regali di natale con carta mimetica.