Vita e lavoro nell’era digitale: alla ricerca dell’etica

Si è chiusa sabato a Strasburgo la due giorni su “Benessere delle società e dei luoghi di lavoro digitalizzati”. Organizzata dall’Azione della Chiesa sul lavoro e la vita (CALL), rete europea in partenariato con la Conferenza delle chiese europee (KEK), ha visto la partecipazione di Antonella Visintin. Il resoconto

Roma (NEV), 14 marzo 2022 – “Benessere delle società e dei luoghi di lavoro digitalizzati”. Questo il titolo della conferenza europea tenutasi a Strasburgo, in Francia, dal 10 al 12 marzo. Organizzata dall’Azione della Chiesa sul lavoro e la vita (CALL), rete partner della Conferenza delle chiese europee (KEK), la conferenza ha visto la partecipazione di numerosi ospiti.

Antonella Visintin, coordinatrice della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), ci racconta com’è andata.

“La digitalizzazione sta cambiando la vita e il lavoro nelle nostre società – scrive Visintin –. Infatti è diventata parte della nostra vita quotidiana e la modella più di quanto ci rendiamo conto. Un approccio olistico nella riflessione etica e nel fare pratico è necessario, tenendo conto degli aspetti economici, sociali ed ecologici”.

Questo è, in sintesi, l’approccio generale della conferenza di Strasburgo.

Il benessere nella società e nei luoghi di lavoro, dice ancora la coordinatrice GLAM, “può essere rafforzato dal progresso digitale, ma ha bisogno di linee guida etiche e non solo economiche”.

I focus su lavoro, innovazione e modelli economici

La riflessione di CALL sulla digitalizzazione è iniziata circa 6 anni fa. Nel frattempo c’è stata una accelerazione di eventi che, secondo Visintin, rappresenta “l’indirizzo di una politica economica convergente”.

Ancora nel 2018, “nella Conferenza di Berlino i focus erano sule trasformazioni del lavoro e delle relazioni sociali, in fondo, come due ambiti con problematiche diverse”. Si è parlato di applicazione della tecnologia informatica, di innovazioni nella manifattura e nei servizi, dal “Crowd work” (una sorta di “asta digitale” per il lavoro) alla “GIG economy” (l’economia dei “lavoretti per arrotondare”, definita da Treccani “Modello economico basato sul lavoro a chiamata, occasionale e temporaneo”) di cui, come spiega Visintin, abbiamo visto gli sviluppi.

Il Decennio digitale europeo

Questa volta, invece, CALL ha voluto approfondire “il contesto istituzionale europeo, che documenta e stimola l’applicazione della digitalizzazione e la sua diffusione in ogni ambito della vita”. A luglio 2021, infatti, un documento della Banca europea degli investimenti su “La digitalizzazione in Europa 2021” ribadiva che “Assumere un ruolo guida precoce nella digitalizzazione è fondamentale per la competitività duratura dell’Europa”. La coordinatrice GLAM fa una panoramica delle tappe politiche in questo percorso. “Il 12 novembre 2021 la Commissione Europea ha pubblicato i risultati dell’Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società (DESI). Il 9 marzo 2021 aveva già presentato la linea per la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030, il cosiddetto ‘Decennio digitale europeo’, una ‘bussola’ che si sviluppa intorno a quattro punti cardinali: competenze, infrastrutture digitali sicure e sostenibili, trasformazione digitale delle imprese e digitalizzazione dei servizi pubblici”.

Nella conferenza CALL si è parlato anche del 26 gennaio 2022, data in cui la Commissione ha proposto una dichiarazione solenne inter-istituzionale sui diritti e i principi per il decennio digitale sui seguenti pilastri: persone al centro, solidarietà e inclusione, libertà di scelta, partecipazione, sicurezza e protezione, sostenibilità. L’intento dovrebbe essere quello di “favorire la sostenibilità e la transizione verde. I cittadini devono conoscere l’impatto ambientale e il consumo energetico dei loro dispositivi”. La Commissione ha in programma la valutazione e il monitoraggio di misure di follow-up negli Stati membri, ad esempio attraverso un’indagine di Eurobarometro.

Dieci comandamenti nel mondo digitale ed elaborazioni etiche delle chiese

CALL ha anche dato conto dell’elaborazione etica delle chiese sul tema. Riferisce, ancora, Visintin: “È stata presentata la pubblicazione Libertà digitale. I Dieci comandamenti ai tempi del mondo digitale’, a cura della Chiesa evangelica in Germania (EKD) pubblicata ad aprile 2021. Il documento si basa sui Dieci Comandamenti, sia nella sua struttura che nel contenuto. È strutturata in 10 sezioni, ognuna delle quali prende in considerazione uno dei comandamenti ed esplora le sue intuizioni per comprendere le opportunità e i pericoli delle tecnologie digitali”. A breve uscirà anche in lingua inglese – attualmente è disponibile solo in tedesco.

Dall’Italia, era presente al convegno anche l’ingegnere di origini valdesi Stefano Frache, che ha parlato di nuove tecnologie e campi di applicazione. Sintetizzando i temi salienti della conferenza di Strasburgo, Antonella Visintin conclude: “Le tappe della storia della comunicazione, dal linguaggio alla scrittura, dalla stampa alla telecomunicazione, e ora con l’informatica e il digitale, hanno una parte ‘sommersa’ crescente e una crescente capacità di diffusione. Questo fenomeno richiede, per l’utilizzatore finale, nuove consapevolezze e capacità di discernimento etico”.


La conferenza CALL ha visto, fra i relatori, teologi di tradizioni protestanti e ortodosse, specialisti di aziende digitali e amministrazioni regionali da tutta Europa. Per saperne di più clicca QUI.