Roma (NEV), 28 luglio 2022 – Sono le giovani voci cattolica, protestante ed ebraica a risuonare nel corso dei lavori della 58^ Sessione di formazione del Segretariato attività ecumeniche (SAE). In corso ad Assisi, ha per titolo “In tempi oscuri, osare la speranza. Le parole della fede nel succedersi delle generazioni – Una ricerca ecumenica”.
La mattinata di martedì ha ospitato la tavola rotonda su “Fede: un tesoro per i giovani?”. Hanno partecipato: David Morselli, di Roma, dottorando in matematica, socio fondatore e primo vice presidente dell’Amicizia ebraico-cristiana giovani. Emanuele De Bettini, studioso di Scienze storiche a Torino, attivo nella Federazione giovanile evangelica italiana (FGEI). Emanuela Gitto, laureata in Scienze internazionali e diplomatiche, vicepresidente dei giovani di Azione Cattolica, in dialogo con Donatella Saroglia del comitato esecutivo del SAE. Nadia Bouzekri, vicepresidente dell’Unione delle comunità islamiche in Italia (UCOII), assente per cause di forza maggiore, ha condiviso la preparazione dell’evento.
Riprendiamo qui di seguito la sintesi dell’intervento di Emanuele De Bettini come riportata dal SAE. In fondo, il link al comunicato integrale.
De Bettini (nella foto, il secondo da sinistra) vive la fede come un fatto concreto e come una scoperta inesauribile. Ha espresso il bisogno di concretezza dei giovani anche all’interno delle proprie comunità che spesso non sono al loro passo. La rarefazione della presenza giovanile nelle chiese è legata, secondo il membro della FGEI, alla modalità molto frontale della trasmissione della fede. “A me la fede è arrivata da una serie di esperienze concrete della vita: l’incontro con fratelli e sorelle e la preghiera”. Un valore della nostra associazione, ha continuato, è un percorso formativo tra pari, tra chi organizza i programmi e chi partecipa; il limite è che la FGEI è percepita come parte a sé stante delle nostre chiese e non come parte integrante. I giovani discutono tra giovani. La svolta deve venire da un cambio di paradigma, da un incontro con le altre generazioni. I giovani condividono con gli adulti le crisi del presente, i loro problemi non sono radicalmente diversi. Si può dialogare alla pari. Momenti vitali sono anche le relazioni al di fuori della propria cerchia. “Le relazioni con il prossimo sono anche relazione con Dio. Aver partecipato a un coro ebraico a Torino è stata per me un’occasione di contatto con un mondo di significati religiosi legati alla fede nuovi. Cantare in questo senso per me ha significato riscoprire un tesoro”.
Nel corso della tavola rotonda, scrive ancora il SAE, sono emerse “consonanze e tratti comuni intorno alla realtà della fede. L’importanza della preghiera e della cura della vita spirituale, la formazione e lo slancio che offre la vita associativa allo sviluppo del cammino personale, l’esigenza di confronto e condivisione tra generazioni, l’accoglienza dell’altro e dell’altra come spazio sacro che ci fa conoscere nuove prospettive, la vitalità del dialogo interreligioso”. Infine, si è parlato di reciprocità, di comprensione delle proprie tradizioni e di dialogo, anche con l’ateismo.
Per saperne di più, vai al sito del SAE.
Per leggere il comunicato integrale sulla tavola rotonda su giovani e fede, clicca QUI.
La 58^ Sessione di formazione del Segretariato attività ecumeniche vede la presenza ad Assisi, in questi giorni, di diversi esponenti del mondo protestante.