Mostra “Le Bibbie dei Valdesi”

Fino al 13 novembre 2022 a Torre Pellice (TO).

Torre Pellice (NEV), 19 agosto 2022 – di Valdo Spini – Presidente Associazione delle Istituzioni Culturali Italiane (Aici).

Da sempre la diffusione della Bibbia e la sua lettura costituisce il fondamento della libertà religiosa, dell’istruzione, dell’assunzione della responsabilità personale del Cristiano. Oggi anche in un mondo secolarizzato rappresenta  sempre un momento di confronto ineludibile.

La traduzione in tedesco della Bibbia da parte di Martin Lutero (1522-1524) con tutte le sue conseguenze, non solo religiose, ma culturali, civili e sociali segna uno spartiacque nella storia d’Europa, nella nascita dell’Europa moderna. Quella Bibbia, illustrata dai disegni di Lucas Cranach, è il primo libro a stampa a caratteri mobili ed è stata nei secoli tradotta in tutte le lingue. E’ quindi un grande fatto culturale.

Quando i Valdesi aderirono alla Riforma col Sinodo di Cianforan (1532) si posero il problema di avere una Bibbia in quella che era la loro lingua di allora, il francese. Sostennero il peso economico di questa traduzione che venne affidata a Pietro l’Olivetano che la portò a termine nel 1535. Ed è stata una copia di quest’opera che la Tavola Valdese ha regalato a Papa Francesco nel corso della sua visita del 2015 al Tempio Valdese di Torino.

In parallelo, un eretico fiorentino, Antonio Brucioli, pubblicava nella repubblica di Venezia prima una traduzione italiana del Nuovo testamento (1530) e poi della Bibbia (1532). Veniva dall’Accademia neoplatonica degli Orti Oricellari dove si era incontrato anche con Niccolò Machiavelli. “Tra Rinascimento e Riforma” così si intitola la biografia che gli dedicò alla metà del secolo scorso, Giorgio Spini.

Nel 1607 fu un esule lucchese, Giovanni Diodati, a pubblicare a Ginevra una traduzione della Bibbia che doveva diventare una pietra angolare della diffusione di questo testo in Italiano.

La mostra che oggi inauguriamo * dimostra, tramite la diffusione delle Bibbie, quale funzione importante verso l’Europa abbia rappresentato la presenza valdese prima in Francese, nelle valli e poi in italiano poi con l’unità d’Italia.

In Italia la Bibbia non ebbe vita facile, come si può ben capire, eccetto che qui alle Valli in particolare dopo il glorioso rimpatrio dei Valdesi come testimonia la seconda parte della mostra. Per quello che avveniva nel setso d’Italia, si pensi che anche un Nuovo Testamento tradotto in italiano dall’arcivescovo di Firenze, Antonio Martini, e pubblicato nel 1769-71, verrà messo all’indice nel 1819. (una sua edizione del 1817 è conservata nella Biblioteca Luigi Santini della chiesa valdese di Firenze).

Rimanendo in Toscana, è sotto il governo granducale che nel 1851 vengono prima imprigionati e poi espulsi il conte Piero Guicciardini e i coniugi Madiai per delle semplici letture della Bibbia in case private. Tale vicenda peraltro fa risaltare anche più l’importanza delle Regie lettere patenti di del 1848, con cui si assicuravano i diritti civili ai valdesi, un regime destinato ad diffondersi via via che si espandeva il processo di unità nazionale. Tanto più importante la terza parte della mostra, dedicata al pisano Tito Chiesi che invece riuscì a diffondere la Bibbia e a costituire un’importante collezione personale.

Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha messo fine nella Chiesa cattolica a preclusioni e inibizioni nei confronti delle sacre scritture

Anche oggi la Bibbia incontra ostacoli alla sua diffusione in paesi in cui la libertà religiosa o è assente o è gravemente limitata. Ed invece il dialogo interreligioso costituisce uno dei fondamenti per ogni possibile processo di pace in un mondo così martoriato dai conflitti.

Il ricordo delle vere e proprie battaglie sostenute dai valdesi per la diffusione della Bibbia nei secoli scorsi, credo che quindi rivesta attualità anche nel mondo di oggi.

Conclusioni:

Il Vangelo di Giovanni comincia con questi versetti:

Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio.

Egli (la Parola) era nel principio con Dio.

Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta.

In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini.

E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa.

Ecco, senza la scrittura non potremmo disporre della Parola.


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