Roma (NEV), 2 marzo 2023 – Si è tenuta a Bruxelles dal 27 febbraio al 1° marzo scorsi, la riunione annuale dei Consigli nazionali di chiese europei (ENCC), la prima riunione in presenza dal 2019. Diciotto partecipanti da tutta Europa, dalla scandinavia alle isole britanniche ai paesi baltici e centro europei, si sono riuniti presso gli uffici della Conferenza delle chiese europee (KEK) che ha convocato l’incontro. L’Italia è stata rappresentata dal pastore Luca Baratto, segretario esecutivo della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).
“I consigli di chiese sono organismi ecumenici nazionali molto diversi tra loro: da quello tedesco o inglese composto da tutte le tradizioni cristiane, a quello polacco o irlandese composto dalle chiese protestanti ed ortodosse, fino alla FCEI che raggruppa solo chiese protestanti”, ha spiegato Baratto.
I tre giorni di lavoro sono stati occasione per uno scambio di informazioni sulle attività dei Consigli che spaziano dall’accoglienza ai rifugiati provenienti sia dalle rotte balcaniche e mediterranee sia dall’Ucraina, ai temi dei rapporti tra Stato e chiese, alle attività giovanili, alla produzione di testi liturgici per il Tempo del Creato.
“Come sempre – ha aggiunto Baratto – la partecipazione a questi incontri offre uno spaccato della diversità che percorrono l’Europa del nostro tempo, dei diversi centri geopolitici e delle diverse preoccupazioni che essi comportano, ci si affacci sul mar Mediterraneo o si guardi ad est verso la Russia”.
La pace, con riferimento all’Ucraina, è stato uno dei temi principali dell’incontro, affrontato da punti di vista diversi, spesso legati alle preoccupazioni presenti in ciascun paese di provenienza. “È stato interessante ascoltare il rappresentante del Consiglio delle chiese della Polonia spiegare come questa guerra stia andando avanti non da un anno ma dal 2014, senza che i paesi europei occidentali si siano particolarmente preoccupati di ciò che stava succedendo a est”.
Durante l’incontro, a cui ha partecipato anche il segretario generale della KEK, pastore Jørgen Skov Sørensen, è stato presentato il progetto “Pathways to Peace/Percorsi di pace“. “E’ un programma che cerca di creare uno spazio di mediazione privilegiato tra le chiese, offrendo gli spazi che la KEK ha a disposizione come luoghi di dialogo tra russi e ucraini” ha detto Katarina Pekridou, segretaria esecutiva per il dialogo teologico della KEK.
Una delle speranze del programma è di portare rappresentanti della Chiesa ortodossa ucraina e della Chiesa ortodossa russa alla prossima Assemblea generale della KEK che si terrà a Tallinn (Estonia) dal 15 al 20 giugno prossimo, con il titolo “Sotto la benedizione di Dio – dare forma al futuro“. “Il progetto della KEK prevede inoltre un’azione di riconciliazione in prospettiva – ha precisato Prekridu – con il coinvolgimento soprattutto dei giovani delle due chiese, perché la guerra crea un odio che può protrarsi ben oltre la fine delle ostilità”.
Uno spazio di discussione è stato dedicato anche al rapporto tra Stato e chiese in Europa. “Anche in questo caso – ha sottolineato Baratto – è stato possibile osservare la grande diversità che esiste tra chiese di maggioranza e chiese di minoranza in Europa. Le prime vivono la loro perdita di privilegi in Stati in cui l’ affiliazione ecclesiastica è in declino come una diminuzione della loro libertà; le seconde vedono nell’azione di Stati che affermano il principio di laicità un’occasione per una maggiore eguaglianza e il riconoscimento di un pluralismo religioso che ormai è nei fatti in tutto il continente”.
Il gruppo ha deciso di proseguire con gli incontri annuali in presenza da tenersi, a partire dal 2024, ogni anno in uno stato diverso, ospiti del rispettivo Consiglio nazionale. “L’ultimo incontro in presenza si era tenuto a Roma, nel 2019, organizzato dalla FCEI, un incontro che è stato più volte menzionato dai presenti. In positivo, naturalmente”, ha ricordato Baratto.