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Home Ecumenismo e dialogo I dieci anni di papa Francesco e l’ecumenismo
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I dieci anni di papa Francesco e l’ecumenismo

L'intervento andato in onda per il culto evangelico su Radio RAI 1, domenica 12 marzo 2023, nella rubrica "Il cammino verso l’unità" a cura del pastore Luca Maria Negro

Di
Luca Maria Negro
-
13 Marzo 2023
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    Cattedrale di Lund (Svezia), 31 ottobre 2016. Da sin.: Munib Younan, papa Francesco, Martin Junge

    Roma (NEV), 13 marzo 2023 – Dieci anni fa, il 13 marzo 2013, veniva eletto il papa “venuto dalla fine del mondo”, Francesco, al secolo Jorge Bergoglio. Che cosa è cambiato nel movimento ecumenico nei suoi dieci anni di pontificato? È indubbio che attraverso i suoi numerosi viaggi e incontri ecumenici Francesco abbia portato una ventata nuova nello stagnante panorama dei rapporti tra le chiese cristiane divise. Vorrei ricordare alcune di queste visite.

    La prima è quella alla Chiesa pentecostale della Riconciliazione di Caserta nel 2014, visita “in forma privata” ma comunque significativa: quando era ancora in Argentina Bergoglio aveva stretto amicizia con il suo pastore, Giovanni Traettino, e si è comunque trattato della prima visita di un papa a una comunità evangelica di lingua italiana (i suoi predecessori avevano solo visitato i luterani di Roma, comunità di lingua tedesca). La seconda è l’incontro alla Chiesa valdese di Torino, nel 2015: una visita storica, perché per la prima volta un papa visitava una chiesa che è diretta erede della cosiddetta “prima Riforma” del XII secolo, che pagò prezzi altissimi in termini di repressione e sistematica persecuzione. A Torino Francesco ha chiesto perdono “per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani” che i cattolici hanno avuto contro i valdesi. Ma questo non è l’unico aspetto significativo dell’incontro: un altro, per esempio, è l’affermazione chiara che “l’unità che è frutto dello Spirito Santo non significa uniformità. I fratelli infatti sono accomunati da una stessa origine ma non sono identici tra loro. Ciò è ben chiaro nel Nuovo Testamento”, ha detto il papa, in quanto già allora “non tutte le comunità cristiane avevano lo stesso stile, né un’identica organizzazione”. Insomma, Francesco ha fatto proprio il principio ecumenico delle “diversità riconciliate”, nato in ambito protestante.

    Altra visita fondamentale, quella a Lund, in Svezia, il 31 ottobre 2016, invitato dalla Federazione luterana mondiale per inaugurare le celebrazioni per il 500° anniversario della Riforma protestante. La presenza del papa a Lund ha impresso un chiaro carattere ecumenico al quinto centenario, nella scia del documento “Dal conflitto alla comunione. La commemorazione comune luterana-cattolica della Riforma nel 2017”, pubblicato dalla Commissione luterana/cattolica per l’unità.

    Infine vorrei ricordare la visita a Ginevra del 2018, in occasione del 70° anniversario della fondazione del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). Di questo incontro mi ha colpito soprattutto l’immagine inconsueta del movimento ecumenico come una “grande impresa in perdita”. Oggi infatti tutti cercano di affermare la propria identità, e chi lavora per l’ecumenismo non sembra tutelare a dovere gli interessi delle comunità di appartenenza. Ma attenzione, ha detto Francesco, non dobbiamo aver paura di lavorare in perdita, se si tratta di una “perdita evangelica”, secondo la via tracciata da Gesù: “Salvare il proprio è camminare secondo la carne; perdersi dietro a Gesù è camminare secondo lo Spirito”. L’ecumenismo potrà progredire “se, camminando sotto la guida dello Spirito, rifiuterà ogni ripiegamento autoreferenziale”.

    Per riascoltare la puntata, clicca qui: Culto evangelico su Radio RAI 1 del 12 marzo 2023. Dal minuto 19.37.

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    • Cinquecentenario della Riforma protestante
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      Pastore battista, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI)

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