Un Anticoncilio del passato che ha molto da dirci oggi

Roma (NEV/Riforma.it), 15 marzo 2023 – Su Riforma.it, il teologo valdese Paolo Ricca firma un lungo articolo sull’Anticoncilio che si svolse a Napoli, in concomitanza con il Concilio riunito a Roma dal papa, e vide una straordinaria partecipazione delle donne.

“L’Anticoncilio, per vari motivi, durò pochissimo, solo due giorni. Ma sorprendono l’interesse, talvolta l’entusiasmo, che l’idea di un Anticoncilio suscitò in una parte certo minoritaria, ma pur sempre ragguardevole, dell’opinione pubblica italiana” scrive Paolo Ricca.

L’articolo sottolinea il ruolo di quell’Italia emancipata e liberale “cioè l’Italia del libero pensiero e della lenta avanzata di una coscienza democratica, l’Italia, insomma, della civiltà moderna che prese pubblicamente, anche se solo fuggevolmente, posizione contro la Chiesa del Sillabo e dell’assolutismo religioso trionfante con il dogma del primato e dell’infallibilità pontificia, che il Concilio si preparava a decretare”.

Il teologo cita anche il volume L’Anticoncilio del 1869. Donne contro il Vaticano I. (Roma, Carocci, 2021, pp. 123, euro 15,00), curato da Adriana Valerio, con i contributi di Angela Russo, Nadia Verdile e Cristina Simonelli. Nella sua Introduzione, Adriana Valerio ricorda due fatti di grande rilievo, scrive Ricca. “Il primo è che numerose donne furono presenti nelle due sedute dell’Anticoncilio e ben 185 aderirono a quella iniziativa, essendo consapevoli «della correlazione tra l’emancipazione femminile e la liberazione dal ‘giogo del clero’» (p. 26). Il secondo fatto di rilievo è la posizione religiosa di un certo numero di queste donne: alcune coltivarono una religiosità svincolata dal dogma cattolico; altre restarono, malgrado tutto, fedeli alla Chiesa; altre ancora fuoriuscirono dal cattolicesimo, approdando, in qualche raro caso, alla fede evangelica; altre, infine, si consacrarono alla promozione del «libero pensiero», come Maria Alimonda Serafini, autrice di un Catechismo popolare per la libera pensatrice, pubblicato nel 1869”.

Secondo il teologo, “È veramente straordinaria e degna di essere ricordata la piccola, grande epopea di queste 185 donne italiane (alcune loro lettere sono riprodotte nel libro: pp. 50-59) che hanno salutato la nascita dell’Italia unita sottoscrivendo una petizione nella quale si rivendicava «la ragione libera da ogni autorità religiosa, l’indipendenza dell’uomo [leggi: della persona umana] dal dispotismo della Chiesa e dello Stato, la solidarietà dei popoli contro l’alleanza dei principi e dei preti […], l’emancipazione delle donne da vincoli religiosi e legislativi …». Colpisce la dirompente sete di libertà che animava queste donne – libertà intesa anzitutto come liberazione da una religione diventata dominio su coscienze ormai snaturate dall’abitudine atavica alla sottomissione e muta ubbidienza”.

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