La politica deve servire l’equità. Il pensiero valdese sulla Gestazione per altri

"Memorie" (2016), installazione di Daniela Capaccioli, rete metallica - foto Elena Ribet

Roma (NEV), 4 settembre 2023 – Riproponiamo alcuni stralci dall’editoriale della moderatora della Tavola valdese, diacona Alessandra Trotta, pubblicato su Domani lo scorso 31 agosto.

Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste recentemente riunitosi a Torre Pellice (Torino) ha approvato un ordine del giorno sul tema della gestazione per altri (GPA).

“Diversamente da quanto riportato in alcune sintesi e vari commenti del giorno dopo, il Sinodo non è entrato nel merito delle varie modalità in cui si può concretizzare la pratica di gestazione per altri, fra le quali sono contemplate anche scelte solidali ed altruistiche, totalmente prive di corrispettivo economico e dunque non riconducibili all’orribile semplificazione, del cosiddetto ‘utero in affitto’ che domina nel dibattito e nella comunicazione pubblica” scrive Trotta.

Nell’editoriale la moderatora sottolinea l’importanza di alzare il livello del dibattito, soprattutto su temi complessi che richiedono un’ampia riflessione teologica e di fede, a partire dall’analisi, seppure faticosa, di tutti gli aspetti: tecnico-scientifici, giuridici, sociali…

Trotta annuncia inoltre l’uscita, a breve, di un documento elaborato dalla Commissione per i problemi etici posti dalla scienza delle chiese valdesi, metodiste e battiste. Il documento verrà inviato alle chiese, che nel corso dell’anno potranno discuterlo e approfondirlo e “si offre anche come contributo al dibattito pubblico ed ecumenico sul tema”.

La Commissione ha lavorato circa 4 anni a questo documento, che affronta i temi della genitorialità, del dono, del rischio della riduzione di esseri umani (in particolare del corpo delle donne) a funzioni utilitaristiche, dei diritti.

Il Sinodo, continua la moderatora, ha voluto comunque fissare alcuni paletti: “innanzitutto la tutela, al di sopra e al di là di ogni ideologia, dei diritti dei bambini e delle bambine comunque nati dal rischio di essere privati di uno dei due genitori; l’invito alle chiese ad essere luoghi sicuri e accoglienti per ogni famiglia ‘reale’, di cui prendersi cura e da supportare al di là delle definizioni ed immagini tradizionali o ideali che ciascuno può legittimamente coltivare (in coerenza con l’ampia riflessione già condotta sul tema delle nuove forme di famiglia, condensata in un documento accolto dal Sinodo nel 2017).
In terzo luogo, la necessità di evitare in ogni caso la criminalizzazione delle scelte introducendo per legge nuovi reati addirittura definiti universali, anche in questo caso in coerenza con un consolidato orientamento delle nostre chiese a riconoscere che «la politica non ha la funzione di realizzare il vero, ma di cercare soluzioni il più possibile eque [e] la misura dell’equità sta nella capacità delle soluzioni adottate di garantire diritti e libertà e aiutare a compiere scelte responsabili nei confronti di problemi complessi, che nessuna ideologia può semplificare» (così si esprimeva il Sinodo nell’anno 2007, nel pieno di altri dibattiti su temi eticamente sensibili)”.

L’editoriale si conclude con un ringraziamento al giornale Domani.