Fare memoria inclusiva a Lampedusa: spazi, luoghi, simboli

Domani e sabato nell'isola siciliana Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, promuove con altre realtà un incontro per ragionare sulla memoria di questo luogo anche simbolico, attraversato dalle storie delle persone migranti.

Roma (NEV), 27 settembre 2023 – Un seminario sulla memoria, a dieci anni dal naufragio del 3 ottobre 2013, in cui morirono 368 persone, a largo di Lampedusa. Lo organizza Mediterranean Hope, programmi migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, con la biblioteca dell’isola, l’Università La Sapienza di Roma, l’Archivio storico di Lampedusa. L’iniziativa si terrà domani, venerdì 29 e sabato 30 settembre. Tra i relatori anche Daniele Garrone, presidente della FCEI, e il “pastore di frontieraRandy Mayer, dagli Stati Uniti.

“In questi anni Lampedusa è diventato un simbolo internazionale della tragedia delle politiche migratorie – dichiara Paolo Naso, docente di Scienza politica alla Sapienza, referente per le relazioni istituzionale della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI)– ed è diventato anche un luogo della memoria. Sono tante le persone che arrivano su quest’isola vive e ringraziano il Signore, purtroppo sono tante anche le persone che arrivano a Lampedusa morte. Per le sue dimensioni e per la sua storia l’isola ha faticato a capire come costruire una memoria di questi eventi. Per questo un gruppo di studiosi si è messo insieme per cercare di ragionare su come fare memoria a Lampedusa, memoriali di quello con è ogni giorno con le centinaia, migliaia di persone che arrivano, memoria per quanti purtroppo vi arrivano morti, in un cimitero che per i suoi limiti e per la sua struttura, non riesce neanche a raccontare la loro storia, neanche a richiamare un simbolo religioso che non sia quello della tradizione cattolica maggioritaria in Italia. L’obiettivo di questo workshop, di questo primo incontro, è appunto quello di avviare un ragionamento, in cui ognuno metterà in campo le proprie competenze, esperienze, e la voglia di dialogare con la realtà viva dell’isola, con quanti sentono il bisogno di cercare anche simboli inclusivi, rappresentativi delle diverse storie che si vivono a Lampedusa”.